Avanti il processo per l’esplosione sulla Salaria. Si cerca la verità sulla morte di Stefano Colasanti e Andrea Maggi

(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Ci sono voluti oltre cinque anni per far partire il processo su quanto avvenne il 5 dicembre 2018 sulla Salaria, km 39: un’autocisterna piena di carburante esplose all’interno del distributore Ip di Borgo Santa Maria, uccidendo il Vigile del Fuoco Stefano Colasanti, 50 anni, sul luogo dell’incidente perché impegnato nel trasferimento di un mezzo da revisionare, e Andrea Maggi, 38 anni, che si trovava a passare sulla Salaria Vecchia. La figlia di Stefano Colasanti ha dedicato a questa (iniziale) fase del processo un lungo post che proponiamo sotto; lei, la mamma e tutti i familiari di Stefano seguono l’iter per capire cosa sia successo davvero quel giorno maledetto che ha strappato alla vita un uomo, padre, professionista, sportivo, in maniera drammatica, col rischio peraltro che il procedimento finisse in archivio. Imputati i gestori del distribuore e l’autista dell’autocisterna: le accuse sono di omicidio colposo e disastro colposo. +

Da qui a ottobre si arriverà a una decina di udienze; giovedì scorso davanti al giudice Carlo Sabatini, si sono alternati i testimoni voluti dall’accusa (il pm Lorenzo Francia) tra cui alcuni Vigili del Fuoco tra i primi accorsi sul luogo dell’incidente, civili e personale della Croce Rossa. A difendere i gestori gli avvocati Francesco Tavani e Luca Conti. Il nodo del dibattimento è tutto sull’accertare le cause dell’esplosione, ricordando anche quanto Stefano Colasanti ha messo in campo per evitare che la tragedia della Salaria diventasse una strage. Abbiamo bisogno, come dice Benedetta Colasanti, anche di queste verità. Tutte.

 

Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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