(di Christian Diociaiuti) Game over. Giochi finiti. Rien ne va plus. Brinda Viterbo e la Viterbese. Brinda con più gusto, quasi a spaccare il vetro dei boccali di birra che a piazza Unità d’Italia scorrerà a fiumi, perché saltare in D a casa del Rieti vale doppio. L’amarezza amarantoceleste è tanta, troppa. Davanti a 1500 spettatori non è riuscita l’impresa, quella di riaprire i giochi con altre due gare da giocare. Quello che era da evitare non è stato evitato ed il 3-0 ospite allo Scopigno scrive la storia dell’Eccellenza laziale girone A. Con due turni d’anticipo già è tutto deciso: Viterbese prima, in D; Rieti seconda, ai playoff nazionali. Forse, sarebbe stato così anche se i gialloblù non avessero vinto alle pendici del Terminillo, ma pesa doverlo registrare a margine di un derby con alcuni episodi tutti da rivedere. ARBITRO PROTAGONISTA La gara (RILEGGI IL LIVE DELLA PARTITA) l’hanno decisa Vegnaduzzo, Polani e Marinelli, ma anche i provvedimenti di Trischitta di Messina: è vero che l’argentino gialloblù ha colpito a freddo, ma è pur vero che se il direttore di gara avesse accordato il penalty, l’eventuale 1-1 avrebbe incanalato un’altra gara. E che dire dell’espulsione di Gay su un fallo senza cattiveria proprio dell’argentino sul connazionale (ed amico) Vegnaduzzo? Il Rieti ha giocato la partita in dieci (senza l’uomo migliore) per oltre un tempo e senza l’allenatore in panchina (perché allontanato, come Gregori), attuando un predominio nella prima frazione che, tuttavia, non ha portato a conclusioni decisive. La ripresa, poi, ha visto la Viterbese controllare ed il Rieti perdere il filo dell’arrembaggio per il recupero. La partita si è spenta dopo che alla fine della prima frazione s’era innervosita. La Viterbese ha festeggiato davanti ad una curva vuota, mentre il Rieti s’è accommiatato in uno Scopigno mai così vivo negli ultimi anni: Rieti ha risposto benissimo con 1500 persone sugli spalti in un giorno di festa. Peccato che città e tifosi non siano stati ripagati con una vittoria. UOMO RIETILIFE In una gara persa, comunque, la stampa reatina trova il migliore tra le fila del Rieti: è Alessandro Sabatino: il centrocampista è un leone, lotta su tutti i palloni e cerca spazi. Peccato che non sia la giornata del Rieti. Sabatino è stato votato da Marco Ferroni, Emiliano Grillotti, Christian Diociaiuti e Manuel Scappa. Due voti per Castellano: lo scelgono Francesco Inches e Gianluca Vannicelli. LE VOCI DEL POST PARTITA “Me ne vado, onoro gli impegni e lascio”. Il presidente Fedeli non usa mezzi termini per commentare la sconfitta: dichiarazioni che non sorprendono, anzi, appaiono troppo premature con i playoff da giocare. Più lucido Andrea Fedeli: “La faccia non l’abbiamo persa ma è brutto perdere il campionato a casa. Dopo un anno di incertezze, almeno, sappiamo cosa dobbiamo fare: pensare ai playoff. Al di là del protagonismo dell’arbitro, ha meritato la Viterbese, complimenti a loro. A differenza nostra, con tre tiri sono arrivati altrettanti gol. Brucia aver buttato i punti durante il campionato e dover recriminare ora, di non essere a meno tre ma a meno nove punti. Io non credo che a livello psicologico la gara sia stata affrontata male. Oggi comunque anche vincere sarebbe stato un rimpianto. Ora giochiamo le ultime due partite con i giovani, facciamo riposare i big per i playoff”. Il direttore generale della Viterbese, Angelo Palmas, celebra così la vittoria del campionato: “La nostra felicità è quella di aver confermato le scelte fatto in stagione. È solo il primo scalino per programmare un futuro da professionisti”. Contento anche capitan Federici, mentre nel Rieti c’è solo grandissima amarezza: “Volevamo vincere qua. Dedichiamo la vittoria alla famiglia Camilli per quello che è successo ieri. Ora chiudiamo bene anche con Civitavecchia e Villanova. Ce lo meritiamo”. La famiglia Camilli era assente: è morto Silvio, il fratello del patron Piero e zio di Vincenzo. Si festeggerà comunque a Viterbo, pur in tono minore. I tifosi hanno atteso la squadra al Rocchi dopo aver seguito il match in piazza, via radio. A Viterbo si festeggia, a Rieti l’amarezza impera. Ma non è finita.
IL COMMENTO DI RIETI-VITERBESE (di Marco Ferroni) Per raccontare Rieti-Viterbese basta iniziare dalla fine e cioè dalla foto celebrativa della squadra gialloblù al centro del campo con alle spalle la tribuna “Terminillo” e quei seggiolini bianchi che compongono la scritta Rieti che sa un po’ di beffa. È accaduto quello che gli oltre mille tifosi presenti sugli spalti non si auguravano alla vigilia e cioè assistere alla festa-promozione dei rivali di sempre proprio lì davanti a due passi, un po’ come accade lo scorso 26 maggio all’Olimpico, nella finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio sulla Roma in uno stadio diviso esattamente a metà. Allo Scopigno non c’erano i tifosi della Viterbese, ai quali il Prefetto di Rieti ha vietato la trasferta, ma lo 0-3 più rotondo di quanto non sembra ha fatto scattare ugualmente i festeggiamenti di squadra (in campo e negli spogliatoi) e tifosi (in piazza) che si protrarrà fino a notte fonda. E del Rieti, che ne sarà? La squadra di Punzi, colpita a freddo dal “Tanque” Vegnaduzzo – colpo mancato del mercato (quale?) invernale degli amarantocelesti – non è stata mai in grado di mettere i brividi alla difesa gialloblù e, fatta eccezione per un contatto in area viterbese tra Gay (poi espulso con troppa fretta) e Faenzi che poteva sortire il rigore del possibile 1-1, ha subìto la maggior esperienza in gare del genere da parte degli avversari, finendo ben presto per rendere il secondo tempo una pura formalità. Applausi a scena aperta invece, ai tifosi del Rieti che oltre ad aver onorato l’evento sforando decisamente le mille unità, fino alla fine hanno cantato e supportato una squadra che ora dovrà seriamente riflettere sugli errori commessi sia sotto l’aspetto tecnico, che di approccio mentale perché c’è da preparare una fase play off che inizierà il prossimo 25 maggio (esordio in casa con Sammaurese o Ribelle, il ritorno il 1 giugno in Emilia Romagna, ndr) con la quale poter ottenere la promozione in serie D dalla porta di servizio. Ma per farlo servirà un altro Rieti, non di certo quello nervoso e sfasato che non ha saputo gestire e dosare le emozioni contro una Viterbese che sotto questo aspetto ha dimostrato più dimestichezza. RIVIVI LA GARA
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Foto: Emiliano GRILLOTTI e Gianluca VANNICELLI ©