Lucravano sul trasporto dei dializzati, truffando il Sistema Sanitario Nazionale ed esponendo gli ignari pazienti anche a rischi. È ciò che hanno appurato gli uomini della Guardia di Finanza di Rieti, che hanno eseguito due ordini di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di un medico titolare di una società di trasporto di pazienti dializzati (con sede a Rieti) e di un suo stretto collaboratore e dipendente della società stessa. Gli arresti arrivano dopo tre anni di attività investigativa della Guardia di Finanza reatina. La ditta utilizzava, anziché le ambulanze, delle semplici auto per il trasporto dei dializzati al De Lellis, richiedendo poi il rimborso al Ssn come se avesse utilizzato sempre l’ambulanza. Attività illecita che ha fruttato circa 100mila euro. LA TRUFFA L’accusa per i due arrestati è di truffa aggrava al Sistema Sanitario Nazionale. Sostanzialmente la società, anziché utilizzare le autoambulanze, usava automobili (spesso anche dei dipendenti, di cui veniva annotata la sigla per eventuali “rimborsi”): ciò ovviamente, fruttava un rimborso maggiore nelle casse della ditta da parte del Ssn. I due arrestati, secondo quanto ha riferito la Finanza (che ha filmato anche l’utilizzo delle auto al posto delle ambulanze), oltre all’utilizzo di un altro mezzo rispetto a quello indicato nelle richieste di rimborso, facevano risultare anche chilometraggi maggiori rispetto all’effettivo. La truffa, poi, passava tramite la delega che i responsabili facevano firmare agli ignari pazienti: con essa, anziché richiedere personalmente i soldi del trasporto, i dializzati delegavano proprio la ditta alla riscossione: in questa maniera la ditta evitava problemi che avrebbero potuto scoperchiare la truffa. La firma sulla delega veniva chiesta subito dopo la dialisi. I NUMERI La Finanza reatina ha conteggiato circa 4050 trasporti in tre anni effettuati in maniera truffaldina: le forze dell’ordine hanno stimato per un paziente medio (13 trasporti al mese) una spesa di circa 1300 euro mensili a carico del Ssn per tutti i trasporti (che per il sistema sanitario sarebbero dovuti esser effettuati in ambulanza, adeguatamente attrezzata). Una sottrazione di oltre 430 euro al mese (per paziente), che esponeva i dializzati anche a rischi: non essendo trasportati con ambulanze (richieste per questo tipo di pazienti dalla prescrizione medica), qualora avessero avuto un problema, non avrebbero avuto adeguato supporto essendo in una semplice automobile. La truffa è stata individuata a seguito di un accertamento fiscale, nel quale i finanzieri reatini hanno posto l’attenzione sui documenti di viaggio. L’attività messa a segno dalla Guardia di Finanza reatina, e spiegata dal Comandante Cosimo D’Elia e dal Capitano Giuseppe Froio, rientra nel monitoraggio della spesa pubblica: “Qui però non si tratta di uno spreco – ha spiegato il Comandante – ma di una vera e propria truffa, per di più aggravata”. D’Elia e Froio, oltre ai 100mila euro della truffa, hanno inoltre spiegato che a livello amministrativo sono stati recuperati circa 40mila euro derivanti dal recupero iva e dagli otto lavoratori in nero trovati in forza all’azienda di trasporto infermi. È stato disposto il sequestro preventivo dei soldi provento della truffa, compresi quelli relativi alla vendita di un immobile ad una terza persona. (Redazione) Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©