NEW ENTERPRISE, UN CONTENZIOSO TRA VECCHIA E NUOVA PROPRIETÀ FRENA LA RIPRESA

La New Enterprise stenta a partire. Quella che fino a qualche mese fa sembrava una storia destinata a concludersi con un “lieto fine” e la ripresa delle attività produttive, in queste ore rischia di finire nuovamente nella tormenta delle acque torbide di una città che quotidianamente, ormai, si ritrova a fronteggiare vertenze di questo genere, con un tasso di disoccupazione che cresce a vista d’occhio.

Ma entrando nel dettaglio di quanto sta accadendo in questi giorni dalle parti di viale delle Scienze, a quasi sei mesi di distanza dal passaggio della proprietà dell’Enterprise dalle mani del Gruppo Angelantoni ai due imprenditori campani Francesco Verolino e Dario Rossetto, le attività stentano a partire e per i venti dipendenti attualmente in forza alla New Enterprise srl, al di là di un secondo giro di cassa integrazione ordinaria richiesta dall’azienda per fare fronte alla mancanza di ordini e di commesse, non sembrano esserci i presupposti per riportare finalmente i motori a pieno regime e ridare ossigeno ad una realtà presente nel nucleo industriale reatino dal 1983, anno in cui venne fondata dalla famiglia Pirone. FRENO A MANO TIRATO A frenare la ripresa, non solo l’evidente crisi di mercato che sta attanagliando ormai da qualche tempo la Penisola, ma anche e soprattutto gli attriti e le frizioni che si stanno creando tra il cedente e l’acquirente nel rispetto degli accordi presi in sede di stipula del contratto per la cessione del ramo d’azienda. A tal proposito va detto che il Gruppo Angelantoni dopo aver versato nelle casse della New Enterprise srl all’incirca 250mila euro (dei 700mila totali da versare nell’arco di un anno dalla cessione, ndr) avrebbe interrotto i pagamenti riscontrando delle “anomalie” rispetto ai patti iniziali, ossia la mancanza di continuità nelle attività produttive. Dal canto suo il dottor Verolino, oltre ad aver rivendicato l’inconsistenza di alcuni clienti inseriti nel “pacchetto”, gli stessi attraverso i quali avrebbe potuto già da tempo riportare a pieno regime (o quasi) i motori dell’azienda, pretende che gli vengano corrisposti i denari così come stabilito dall’atto pubblico firmato dinanzi al notaio, per avere un capitale circolante che gli garantisca un minimo di margine di manovra nella riorganizzazione di tutte le attività interne. L’ATTRITO Tra i due, inevitabilmente, è calato il gelo e si è aperto un vero e proprio contenzioso che di sicuro sfocerà in azioni legali, che già ora stanno penalizzando i lavoratori, ovvero l’anello debole di tutta la vicenda, che dallo scorso 16 dicembre non percepiscono neanche la cassa integrazione ordinaria per la quale la New Enterprise srl ha richiesto il pagamento diretto all’Inps (che lo scorso 14 febbraio ha respinto la domanda in attesa di approfondire la vicenda con la richiesta di ulteriori documentazioni) e che ora cominciano a dubitare della bontà dell’operazione, fiutando la possibilità che Verolino e Rossetto decidano di abdicare e tornarsene a Casoria, dove tra l’altro sono titolari di un’altra azienda, la Telecontrolli.

Nei giorni scorsi i lavoratori hanno avuto modo di incontrare sia la proprietà della New Enterprise srl, nonché i rappresentanti del Gruppo Angelantoni che nella giornata di mercoledì sono stati intercettati fuori dalla sede di Assindustria dove hanno rendicontato sia i rappresentanti delle tre sigle sindacali Cgil-Cisl-Uil, che il “padrone di casa”, il dottor Felice Miccadei: ognuno ha dato la propria versione dei fatti, ognuno resta fermo sulle proprie posizioni ed ora spetterà ai sindacati tentare di fare luce su una vicenda che col passare delle ore rischia di ingarbugliarsi sempre di più mettendo in serio pericolo lo status dei venti dipendenti che sperano in una soluzione del problema.

I SINDACATI “Stiamo di fronte ad una situazione delicatissima – sottolinea Luigi D’Antonio, segretario provinciale della Fiom-Cgil Rieti – ed è quantomai urgente trovare una soluzione visto che si è aperto un contenzioso tra la vecchia e la nuova proprietà che rischia di andare per le lunghe. Il nostro compito in questo momento è quello di mettere in sicurezza i lavoratori, di capire con quale ammortizzatore sociale intervenire e poi individuare la strada migliore per uscire da questo pantano. Purtroppo la verità è che ciò che ci è stato proposto in origine non si sta materializzando, i progetti non partono e di questo se ne dovrà assumere la responsabilità anche il Gruppo Angelantoni che al Mise ha dato parere favorevole sui due imprenditori campani, assicurandoci di aver fatto tutte le valutazioni del caso per la buona riuscita del passaggio di proprietà”.

Morale della favola: dopo sei mesi dalla firma dell’accordo, la New Enterprise srl è ferma al palo: si lavora, si e no, un paio di giorni al mese con non più di quattro/cinque elementi per volta giusto per garantire quegli ordini residui rimasti da evadere, ma nonostante l’attività del personale addetto all’area commerciale dell’azienda, all’orizzonte si ravvisa solo lo scetticismo di potenziali clienti che trovandosi dinanzi ad una fabbrica di fatto spenta ed inattiva, fanno decisamente fatica a concedere ordini. Situazione davvero ingarbugliata che rischia davvero di sfociare in un nulla di fatto da un momento all’altro. (servizio di Marco Ferroni) Foto (archivio) RietiLife ©

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