Pubblichiamo una nota del consigliere comunale Felice Costini in merito alla protesta Ritel, Seko e alla situazione occupazionale del territorio.
“La manifestazione a favore degli operai della Ritel credo debba far riflettere tutti noi sulla situazione economica e occupazionale del nostro territorio. La speranza, e soprattutto la ferma volontà di tutti politici, amministratori, sindacalisti è quella di riuscire a trovare una soluzione, vera, al dramma di quelle donne e uomini troppe volte illusi che vedono ogni giorno allontanarsi la sicurezza di un futuro. Eppure la sensazione di ieri a piazza Montecitorio, almeno la mia, è stata di profonda solitudine un centinaio di reatini che si stringevano l’uno all’altro, al di là dei ruoli e delle appartenenze, per farsi coraggio di fronte al palazzo del potere, blindato come in un regime sudamericano, sordo e distante. E credo che la mia sensazione non sia così lontana dal vero, con una classe politica nazionale che considera i problemi del territorio un fastidio. Ma proprio questo dovrebbe farci riflettere tutti, sindacati per primi, e magari leggere con maggiore attenzione la parole di un imprenditore, Alessandro Di Venanzio, che certo non può essere ricondotto al cliché del “padrone”, essendo lui stesso prima di tutto un lavoratore che con estremo garbo chiede di riflettere con maggiore attenzione su alcune iniziative, prima fra tutto lo scontro in atto alla Seko. Affermare che le fabbriche non si difendono con le bandiere sulla Salaria non è sminuire le importanti battaglie in difesa dell’occupazione che stanno portando avanti le organizzazioni sindacali, ma la triste constatazione di una realtà: quando si arriva alle bandiere sulla Salaria, all’occupazione della sala consiliare da decine di giorni, ai pellegrinaggi a Roma, la situazione rischia di essere oramai compromessa. Allora, forse, prendendo atto della drammaticità del momento, in cui operai e imprenditori più che portatori di interessi confliggenti sono vittime di un sistema affamatore, forse bisognerebbe riflettere un attimo di più prima di scatenare uno scontro che va a interessare forse l’unica realtà produttiva realmente trainante del nostro territorio; realtà che ricordiamolo non solo crea occupazione al suo interno, ma rappresenta un punto di riferimento per un intero territorio, creando indotto al punto da far vagheggiare per un periodo l’istituzione nella nostra provincia della cosiddetta ‘pump valley’, prendendo lo stimolo proprio dal know how che la Seko ha creato intorno a sé. La tesi di Di Venanzio non è un denigrare l’azione della Triplice, non può essere considerato uno sminuire i fondamentali diritti dei lavoratori, ma, a mio parere, va letta come una richiesta di collaborazione per studiare insieme una strada utile a uscire dall’incubo in cui siamo stati catapultati. Credo che oggi politici, imprenditori e sindacalisti dovrebbero oltre che essere tutti insieme a manifestare, sedersi tutti insieme per costruire un nuovo progetto, perché altrimenti continuando a lasciare soli i pochi che ancora creano lavoro e ricchezza perderemo anche la forza di manifestare”. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 11 Giugno 2011