Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di Rita Giovannelli, imprenditrice turistica e residente nel centro storico. Giovannelli espone la sua opinione sulla Ztl e sulla situazione del centro, paragonando la zona a traffico limitato ad un “disastro ecologico”. Di seguito le parole di Rita Giovannelli.
Il 2014 è appena iniziato ma i presunti benefici della nuova Ztl non solo non si vedono ma, allo stato attuale, se lo scopo era quello di invogliare i cittadini a tornare nel centro storico – o addirittura a “riappropriarsene” – nella realtà gli effetti sono stati esattamente contrari: ovvero la sua desertificazione totale. Sarebbe bastato passare venerdì sera scorsa in piazza Vittorio Emanuele alle 22.30 e vedere entrambi i bar chiusi per assenza di avventori. E parliamo del venerdì sera, quando inizia il weekend e ci si incontra per andare a cena fuori casa, al cinema, al teatro o altrove e quando ci si ritrova in tarda serata per decidere poi dove concluderla o per un ultimo paio di chiacchiere. Solo alcuni mesi fa, per non parlare di anni, venerdì e sabato notte la piazza del Comune era talmente affollata che, usando un’espressione colorita, sembrava stessero distribuendo denaro. Adesso è il deserto. Gli strenui e barricadieri difensori del fallimentare “Piano Ubertini” giustificano il tutto con la crisi economica. Ma la realtà è un’altra: nelle tasche, pur vuote, un paio di euro per andare la sera a prendersi la classica birra si trovano sempre. Ma il fatto è che ora quella famigerata birra, o un ancor più economico caffè, si vanno a consumare altrove. Dov’è più facile arrivare. E’ questa la verità. Perché ovunque mutino le regole, i cittadini, dopo un iniziale disorientamento, si adattano, trovano alternative e cambiano rapidamente abitudini.E nella fattispecie: abbandonano il centro storico. Inutile poi tentare di dialogare con l’attuale amministrazione: i commercianti, dopo mesi e mesi di battaglie, hanno ottenuto il contentino/palliativo della riapertura mattutina dell’accesso a piazza Vittorio Emanuele. Ma i residenti di via San Rufo e via dei Crispolti, malgrado numerosi comunicati e una petizione ben motivata per ottenere l’eliminazione dei paletti di via del Duomo non sono mai stati ascoltati. Perché, tra l’altro, è impossibile dialogare con l’attuale giunta. Ad esempio, in passato era facile incontrare in centro, a qualsiasi ora, non solo gli amministratori del pur esecrato precedente governo della città ma perfino i membri dell’opposizione. Provate invece ad incontrarli oggi? Impossibile. Ma perché? Forse perché vogliono evitare di essere fermati ad ascoltare le lamentele dei cittadini? Inclusi quelli, e sono tanti, pentiti di averli votati a loro tempo? E non solo sulla ZTL ma anche su tante altre questioni. Forse perché pure gli attuali amministratori sono stati come “autoallontanati” dalla loro stessa ZTL, e quindi dalla piazza centrale che dovrebbe essere invece il fulcro di ogni attività e iniziativa? Dunque, salvo i poveri residenti, sempre più soli e abbandonati, la Ztl ha allontanato tutti: favorevoli e contrari, critici e promotori. E in quest’ultima schiera sono in crescita i pentiti, anche se non vogliono, o non possono, ammetterlo. Insomma, il disastro, perché di ciò si tratta, è di fronte agli occhi di tutti. Paragonabile ai disastri ecologici provocati dalle petroliere che affondano in mare rovesciando tonnellate di greggio che distruggono l’ambiente producendo danni spesso irreparabili o che richiedono decenni per ripristinare la situazione com’era all’origine. Anche l’attuale Ztl si sta rivelando un disastro irreparabile ma nessuno ha il coraggio o l’onestà intellettuale di dire “Abbiamo sbagliato”, continuando invece ad alzare il muro gomma. Nel frattempo il danno ormai è fatto e la cittadinanza ci si è dovuta forzatamente adeguare cambiando abitudini, mentre tanti esercizi hanno dovuto chiudere o stanno per farlo. Anche per la crisi, è vero, ma non solo. Intanto, per riportare la gente in centro e per riqualificarlo come appena pochi anni fa sarà difficilissimo.Se questo non è un disastro ecologico è certamente un enorme danno per la città, costretta forzatamente a perdere la sua identità culturale e sociale. Foto (archivio): RietiLife ©