Riceviamo e pubblichiamo la nota del movimento Rieti Virtuosa, che oggi affronta il problema dei rifiuti e della Tares.
«Rieti Virtuosa apre lo sportello on-line per la riduzione della Tares dal quale è possibile scaricare il modulo per ottenere il rimborso anche della Tarsu pagata nei cinque anni precedenti, come previsto dall’art. 59 del D.Lgs. 507/93. Il motivo di questa doverosa azione di risarcimento è duplice: come tutti i residenti del Comune di Rieti hanno potuto constatare, l’Asm Rieti Spa non paga spesso i fornitori e non fornisce tutti i servizi previsti dal contratto stipulato nel 2002 con il Comune di Rieti il quale, a sua volta, non paga Asm e non controlla nemmeno l’andamento di un servizio che rientra tra le sue funzioni Costituzionali fondamentali e per il quale è responsabile dell’organizzazione, della gestione e riscossione dei relativi tributi (art.14, DL 78/2010). Andando nello specifico dei mancati servizi, cominciamo nel ricordare che per tutti questi anni ASM ha svolto turni di raccolta dei rifiuti differenziati a cadenze inferiori a quelle indicate nel Contratto e nella Carta dei Servizi. Solo per fare alcuni esempi, mentre nella Carta dei Servizi sono previsti due turni settimanali di svuotamento dei cassonetti per carta e plastica, nella realtà questo servizio viene svolto in genere una volta ogni due settimane; per non parlare del vetro, le cui campane dedicate dovevano essere svuotate almeno ogni mese ed invece sono circa tre mesi che la ditta subappaltatrice non rispetta le corrette frequenze del turno di raccolta (immaginiamo anche in questo caso per mancati pagamenti), con le ovvie conseguenze che a Rieti, in tutte le aree in cui sono posizionati i cassonetti, i rifiuti restano costantemente abbandonati 365 giorni l’anno da almeno 10 anni. Ma la cosa ancor più grave è che, nel Contratto di servizio (mai pubblicato né sul sito istituzionale del Comune di Rieti, né tantomeno su quello di ASM) è previsto esplicitamente “L’Asm Rieti s.p.a. intende promuovere entro il 31/12/2002 la raccolta differenziata della frazione organica umida e della frazione organica vegetale che costituiscono circa il 35% dei rifiuti urbani. La raccolta sarà effettuata a mezzo di idonei contenitori (cassonetti/bidoni) di differente colore rispetto a quelli utilizzati per gli RSU/A ed il ritiro sarà effettuato tre volte a settimana. Tale iniziativa sarà introdotta a step successivi nei singoli quartieri della città e nel primo biennio avrà carattere sperimentale”. Come è facile notare tale servizio verrà introdotto soltanto nel 2012 per i soli quartieri di Villa reatina, Campoloniano e Villette, oltretutto solo a fronte di un’integrazione contrattuale, nonostante avrebbe potuto produrre una riduzione del 35% dei rifiuti indifferenziati smaltiti a Viterbo. A ciò aggiungiamo il fatto che l’Ecologia Viterbo srl a Casale Bussi dovrebbe produrre CDR/CSS, cioè combustibile derivato dai nostri rifiuti, ed invece svolge una mera separazione degli stessi che poi vengono conferiti nella discarica di Monterazzano, sempre di proprietà della società presieduta da Bruno Landi e i cui soci, guarda caso, controllano anche l’IPI srl, alla quale l’Asm ha affidato in subappalto l’impianto di Casapenta, nonostante sia vietato ai sensi dell’art. 4 del Contratto con il Comune di Rieti. Stupisce, quindi, che a parlare in questi giorni sia soltanto l’ex Presidente di ASM Gerbino il quale dovrebbe spiegarci perché non ha ottemperato, come visto, al contratto di servizio e conseguentemente anche alle normative ambientali. Stupisce anche il fatto che Bruno Landi, indagato per associazione a delinquere per aver armonizzato «le scelte politiche ed amministrative della Regione Lazio alle esigenze di profitto dell’azienda del Cerroni» e nel processo in corso presso il Tribunale di Latina per inquinamento ambientale in cui si è costituita parte civile la stessa Regione Lazio (varie fonti*), possa oggi permettersi di minacciare di lasciare un’intera provincia sommersa dalla spazzatura senza che nessuna istituzione gli obietti di non svolgere il servizio per cui è autorizzato. Ci appelliamo, quindi, alla Prefettura di Rieti affinchè prenda provvedimenti contro questa ennesima minaccia di interruzione di un servizio di pubblica utilità che causerebbe ulteriori problemi igienico-sanitari molto seri alla popolazione reatina (eppure Landi potrebbe benissimo mettere in mora l’ASM Rieti S.p.a., come si fa normalmente tra privati, invece di chiudere l’accesso ad un impianto che fa altro rispetto a quello per cui è autorizzato). Oltre a ciò, col protrarsi, anche con la Giunta Petrangeli, dell’affidamento illegittimo del servizio di igiene urbana ad ASM Rieti Spa (ricordiamo che la legge prevede l’affidamento diretto senza gara solo ad Aziende Speciali pubbliche come chiediamo che avvenga attraverso la nostra Delibera d’Iniziativa popolare che presto approderà in Consiglio Comunale) non è da escludere che in futuro l’emergenza rifiuti si ripresenti in maniera sempre più incontrollabile e pericolosa per la salute. Nonostante tutto ciò, l’ASM di Gerbino prima e della Bufacchi ora, trovano sempre tempo e risorse per continuare rispondere a bandi e a stipulare contratti di affidamento con altri Comuni della provincia benchè sia vietato dalle norme, come sancito dal Tar del Lazio». Foto (archivio) RietiLife ©