LA CARDIOLOGIA DEL DE LELLIS HA IL PIÙ BASSO INDICE DI MORTALITÀ POST INFARTO NEL LAZIO

Un recente studio dell’Agenos per il Sole 24 Ore ha incoronato la Cardiologia dell’ospedale De Lellis tra le prime in Italia e al top nel Lazio. Il parametro di confronto con i reparti omologhi di altre parti d’Italia e della Regione, la mortalità a 30 giorni dopo l’infarto del miocardio. La percentuale reatina si attesta all’8,78%, migliore del Gemelli (17,31), San Camillo (13,62), Pertini (16,87) e degli ospedali di Latina (15,12) e Frosinone (13.24). “I risultati dello studio – ha detto a Il Messaggero colui che dirige il reparto di Cardiologia al De Lellis, Serafino Orazi – sono lusinghieri, in particolare perchè ci consentono di asserire che il servizio che offriamo alla popolazione è sicuro ed efficace. C’è da sottolineare che dall’attivazione del servizio di Emodinamica il numero di pazienti trattati è cresciuto in maniera esponenziale. In questi pazienti, la tempestività di trattamento è il fattore più importante in termini di sopravvivenza. In questa ottica, la nostra Cardiologia vanta tempi davvero buoni nella rapidità di esecuzione dell’angioplastica primaria, molto al di sotto dei tempi registrati nei grandi ospedali del Lazio e d’Italia, tanto che l’Emodinamica presenta una proporzione di pazienti con infarto miocardico acuto, trattati con angioplastica entro le 48 ore dall’episodio, maggiore ripsetto al valore di riferimento nazionale. Grazie agli enormi sforzi orgnizzativi – ha continuato Orazi – nell’ultimo biennio sono state eseguite circa 300 procedure di angioplastica in emergenza in pazienti a rischio di morte per l’infarto acuto, resgistrando un’elevata percentuale di successo che ha consentito di salvare numerose vite in tutta la provincia”. Con Serafino Orazi lavorano anche il responsabile di Emodinamica Paolo Massoli, le caposala Anna Maria Pitorri, Giuseppina Di Vincenzo e Cristina Ricco e la responsabile dell’ambulatorio, Anna Rita Corretti. Importante, in questa rapidità di trattamento del paziente colpito da infarto acuto, la rapidità di intervento: “La catena di intervento è fondamentale e a Rieti, grazie a colleghi degli altri reparti, è davvero ben oliata”. per far andare tutto bene, però, c’è bisogno di personale ed anche nella Cardiologia reatina risentono della carenza di organico. “In termini numerici siamo in sofferenza – ha aggiunto Orazi – oltre a me ci sono altri 16 professionisti contro, ad esempio, i 24 di Viterbo e, in generale, per ogni turno abbiamo un infermiere in meno rispetto agli altri ospedali provinciali, nonostante nell’ultimo anno siano state effettuate 60mila prestazioni ambulatoriali e, in reparto, abbiamo contato 1200 ricoveri. Prendiamo poi l’emodinamica – ha chiuso il professor Orazi – in questo settore, in cinque anni, abbiamo cambiato ben cinque emodinamisti, riuscendo comunque a mantenere inalterati gli standard d’intervento, senza contare inoltre le centinaia diproblemi burocratici e sindacali che ogni giorno dobbiamo affrontare”. (RedazioneFoto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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