In merito all’invio alle famiglie della terza rata della Tares il Comune a mezzo stampa intende fornire ai cittadini ulteriori chiarimenti, innanzitutto, sulle agevolazioni, valide anche per l’Imu, che il Consiglio comunale ha deliberato approvando i rispettivi regolamenti nel corso della seduta dell’11 giugno 2013 (vedi regolamenti). Per quanto riguarda la “No tax area” – che esenta dal pagamento dei tributi comunali le famiglie in difficoltà con redditi inferiori ai 15.000 euro, novità assoluta in ambito nazionale – la sua istituzione è avvenuta in occasione dell’approvazione degli stessi regolamenti (vedi nota stampa) ed è facilmente riscontrabile consultando il Regolamento Imu (art. 9 e successivi) e il Regolamento Tares (art. 25 e successivi). Delle agevolazioni sono informati i Caf e i Commercialisti, dai quali l’Amministrazione comunale non ha ricevuto alcuna lamentela rispetto alla chiarezza dei regolamenti e alla loro applicazione. Così come al Comune non risulta che ci siano cittadini che non hanno potuto usufruire delle agevolazioni previste perché non ne erano a conoscenza. Si rammenta, comunque, che è possibile, in qualunque momento, richiedere all’Ufficio tributi il rimborso d’importi eventualmente non dovuti all’Ente. Per quanto riguarda la scadenza degli avvisi di pagamento della terza rata Tares, fissata al 16 dicembre scorso, il Comune ha già ribadito, essendo concomitanti le festività, che la consegna degli avvisi alle famiglie poteva subire dei ritardi dovuti al servizio postale. Per questo motivo, e per evitare code agli sportelli, il pagamento potrà avvenire anche successivamente e senza l’aggravio di mora. Quanto è stato riferito da un’organizzazione sindacale, sempre in merito alla Tares, appare, dunque, strumentale a tal punto da arrivare anche a mettere in discussione l’esistenza della “No tax area” o la misteriosa assenza della stessa all’interno dei Regolamenti approvati dal Comune diversi mesi fa. Tra l’altro proprio con le parti sociali, nel corso della definizione dei regolamenti, l’Ente aveva condiviso tali scelte e accolto addirittura la proposta di elevare la soglia “no tax” da 12mila a 15mila euro come poi deliberato, tutto questo nel comune interesse di mitigare il più possibile l’impatto delle imposte sulle famiglie in difficoltà. In merito alla definizione delle tariffe si continuano ad attribuire all’Ente responsabilità che non ha, spacciando dati e informazioni spesso palesemente errati e mal interpretando le normative. In particolare rammentiamo, di nuovo, che il costo totale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è rimasto invariato, così come il gettito Tares, tra l’altro le normative vietano al Comune di maggiorare il costo del servizio, oltre il limite totale del suo valore effettivo. Sempre in merito alla Tares appare fuorviante continuare a sostenere che ci siano stati aumenti rilevanti, semplicemente supponendo che tutte le abitazioni del Comune abbiano una superficie, pertinenze comprese, di 80 mq. La normativa, com’è noto, è cambiata e ha introdotto il principio comunitario “chi inquina paga” di conseguenza una famiglia composta da 3 o più componenti produce certamente più rifiuti rispetto a una famiglia composta da un solo occupante, a prescindere dalla superficie dell’appartamento. Nel nostro comune sono circa 7.000 le utenze, soggette alla Tares, composte da un unico occupante e circa 4.500 quelle con nuclei familiari di 2 persone. E analizzando i due dati si deduce, con estrema facilità, che il 60% dei nuclei familiari del comune di Rieti hanno beneficiato di una tassazione più favorevole rispetto ai nuclei composti da 3 o più componenti, che indubbiamente sono stati penalizzati da una norma imposta dallo Stato e non dal Comune.
Foto (archivio) RietiLife ©