RISCHIO IDROGEOLOGICO, VIA LIBERA ALL’ADEGUAMENTO DEL PRG

Pubblichiamo, di seguito, la nota giunta dal Comune di Rieti e riguardante il Piano Regolatore Generale ed il suo adeguamento per il rischio idrogeologico.

 

«La Giunta Petrangeli ha deliberato, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Andrea Cecilia, l’avvio del processo di adeguamento del Piano Regolatore Generale vigente alla normativa di sicurezza idraulica, approvata con un Decreto del Presidente del Consiglio nel 2006 che, sin da allora, imponeva ai Comuni di modificare e quindi adeguare la strumentazione urbanistica vigente o in formazione alle norme sovraordinate del PAI. Tutto questo sia al fine di evitare la localizzazione di ulteriori attività nelle zone di rischio idraulico o di frana sia per escludere dal pagamento dell’IMU i terreni individuati come edificabili dal PRG, ma di fatto non edificabili per la normativa di sicurezza idrogeologica. L’avvio del processo determinato dalla Giunta è solo una delle iniziative intraprese per archiviare una lunga e indecorosa pagina del Governo del territorio della nostra Città. Per comprendere il complesso percorso che l’attuale Amministrazione ha avviato è necessario ripercorrere brevemente lo stato dell’arte: il PRG è stato adottato nel 2002 mancante di numerosi elaborati obbligatori e, perciò, il Consiglio comunale ha dovuto riadottarlo, con nuove tavole, nel 2004. Nel 2012, ben 8 anni dopo, è stato approvato con un lungo elenco di stralci e condizioni da parte della Regione Lazio. In sintesi il PRG, diventato operativo dopo 12 anni di governo della precedente maggioranza, non è conforme:

 

–      al Codice dell’ambiente approvato nel 2006, che obbligava, in attuazione alle direttive europee, di sottoporlo alla preventiva Valutazione Ambientale Strategica, da ciò deriva che in futuro ogni piano attuativo o variante sostanziale dovrà essere sottoposta, con ulteriori costi per l’Amministrazione o per il proponente privato, alla VAS di competenza regionale, con ulteriore aggravio dei tempi;

–      alla normativa “Seveso”, per la prevenzione del rischio derivante da attività industriali pericolose, che a partire dal 2001 obbliga i Comuni a predisporre l’elaborato per il Rischio di incidente rilevante derivante dagli stabilimenti censiti come altamente pericolosi dal Ministero dell’Industria. L’attuale Amministrazione, con ulteriori costi per le casse comunali, sta predisponendo la verifica obbligatoria al fine di mettere in sicurezza le aree di rischio e impedire la localizzazione di ulteriori attività con presenza di persone;

–      al Testo Unico dell’Edilizia approvato nel 2001 e successivamente modificato che introduce nuove modalità di attuazione degli interventi, la SCIA, la DIA, amplia l’attività edilizia libera, prevede la formazione del silenzio-assenso per i permessi di costruire realizzando una sostanziale parità di ruolo tra l’ufficio tecnico comunale e i professionisti incaricati dai cittadini;

–      al Codice per i Beni Culturali, approvato nel 1999 e successivamente modificato nel 2004, in quanto nelle tavole del PRG non è stata individuata alcuna differenza tra i terreni coltivati e i boschi, obbligando i proprietari di terreni agricoli o comunque edificabili a costose perizie tecniche per definire e delimitare le aree boscate nelle quali sono vietate le trasformazioni e le superfici non concorrono al dimensionamento del volume ammissibile;

–      alla Legge Regionale urbanistica, la n. 38 del 1999 che divide il PRG, in analogia alle altre leggi regionali più avanzate, in parte strutturale e parte operativa. In assenza della conformità alla legge regionale il Comune non ha al momento la facoltà di effettuare le modifiche previste con la procedura semplificata della L.R. 38/99 per adeguare il PRG alle necessità del territorio e dell’economia ma è invece costretto ad utilizzare esclusivamente la Legge urbanistica nazionale risalente al 1942 con consistente aggravio di costi e tempi per l’amministrazione e per gli investitori.

 

Le tavole del PRG, inoltre, sono disegnate su base cartografica obsoleta che non permette la costruzione di un sistema di gestione degli interventi adeguato ai tempi e all’attuale tecnologia, oltre a obbligare i progettisti a ulteriori rilievi e verifiche con aggravio di costi e tempi. “Non è possibile con le attuali finanze del Comune – dichiara l’Assessore all’Urbanistica Andrea Cecilia – avviare una revisione completa del PRG per superare l’occasione mancata di corretta pianificazione che la Città ha vissuto negli anni scorsi, occorre quindi agire con successivi adeguamenti alla normativa e contemporaneamente applicare le previsioni del PRG vigente adeguandole a un contesto socio-economico e territoriale completamente cambiato rispetto agli anni ’90 e che nel prossimo futuro vedrà ulteriori sostanziali modifiche”. Foto: (archivio) RietiLife ©

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