Il Consiglio di Confcommercio Imprese per l’Italia Rieti provinciale, dopo aver esaminato il progetto di Coop Centro Italia per il recupero dell’ex zuccherificio, esprime il proprio totale dissenso per la realizzazione della mega struttura commerciale che andrà a stravolgere la rete distributiva della città e di tutti i comuni limitrofi. “Si parla molto dell’investimento, dei posti di lavoro e della modernizzazione della rete distributiva – spiega il presidente dell’Associazione, Leonardo Tosti – ma per poter discutere e deliberare occorre conoscere in dettaglio l’apparato distributivo”. Nella nostra provincia sono attivi 2146 esercizi commerciali, 300 commercianti in area pubblica (ambulanti), 285 grossisti e 374 intermediari. La nostra rete distributiva è più diffusa rispetto alla media Lazio e Italia che coincidono (12,8 esercizi ogni mille abitanti) mentre nella nostra provincia il rapporto è di 13,3 esercizi ogni mille abitanti. Ma il dato della G.D.O. (Grande Distribuzione Organizzata) presente nel territorio comunale rende meglio l’idea della situazione attuale: nel Lazio la superficie in mq. ogni 1000 abitanti è di 226,8, in Italia è di 382,90 mentre a Rieti considerando 48000 abitanti la superficie di G.D.O. ogni 1000 abitanti è di 880 mq. ossia 4 volte superiore alla media del Lazio e di 2,3 alla media nazionale. “La domanda quindi che tutti devono porsi – prosegue Tosti – è la seguente: si deve modernizzare la nostra rete distributiva? I dati dicono di no in quanto convivono anche se a fatica, più esercizi della piccola distribuzione rispetto alla media regionale e nazionale ed una presenza massiva della G.D.O”. Altro argomento da approfondire è se l’investimento programmato potrà incrementare l’occupazione e se socialmente le conseguenze sono sopportabili. Si ipotizzano 200 nuovi posti di lavoro in tutto il centro commerciale (di cui circa 100 nell’iperCoop) ma nei supermercati con prevalenza alimentare operanti nella provincia di Rieti vi sono 441 addetti e gli esercizi commerciali al dettaglio di vicinato di prodotti alimentari sono 564 e gli addetti oltre 1.500. Secondo il Consiglio di Confcommercio Imprese per l’Italia di Rieti, se il progetto venisse approvato si dovrebbero spostare, affinché l’investimento sia compatibile sotto un profilo economico-finanziario, un quarto dei consumi attuali. Quindi, considerato che gli addetti del settore food sono 1941, a fronte dei 100 che ne occuperebbe la Coop possiamo ipotizzare una diminuzione di 485 unità. “Siamo disponibili – aggiunge Tosti – a diminuire l’occupazione di oltre 300 unità, ad affrontare tante crisi aziendali, tante crisi familiari e lo spopolamento commerciale dei centri storici, di interi quartieri, frazioni e piccoli Comuni?” Per la Confcommercio reatina, che ha utilizzato come dati di analisi quelli del rapporto sul sistema distributivo del Ministero dello Sviluppo Economico, questo progetto potrebbe essere compatibile solo con una realtà socio-economica totalmente differente e se fosse stato preceduto ed accompagnato da un progetto di sviluppo economico e demografico della città e di tutto il territorio provinciale. “Considerato invece il difficilissimo contesto attuale e l’assenza di progetti di sviluppo – conclude Tosti – le conseguenze sull’intera filiera distributiva (produttori, trasportatori, grossisti, agenti di commercio, commercianti al dettaglio e ambulanti) sarebbero gravissime ed inaccettabili”. Foto: Emiliano GRILLOTTI ©