Domani alle 18, alla Sala dei Cordari, si svolgerà l’assemblea dell’associazione Area Rieti, con all’ordine del giorno l’evoluzione della destra italiana, con la ricostruzione di un unico contenitore politico in grado di rappresentare idee e uomini di un’area politica e culturale che si richiama ai valori della giustizia sociale, della sovranità nazionale, dell’identità e della comunità. In quest’ottica Area Rieti aderisce con convinzione al movimento Prima l’Italia, nato ad Orvieto su iniziativa di Gianni Alemanno e di centinaia di dirigenti ed amministratori locali italiani, che hanno rifiutato la trasformazione del Pdl in Forza Italia. «L’Italia, oggi, ha bisogno di riscoprire il proprio orgoglio di nazione e di popolo – dichiara Chicco Costini, tra i fondatori di Prima l’Italia – uscendo dalla palude di una globalizzazione economica e culturale, imposta dalla tecnocrazia finanziaria europea. In questo senso riteniamo che vadano rotti dei tabù, primo tra tutti quello dell’Euro, divenuto una specie di dogma inviolabile. A chi ritiene il pareggio di bilancio un valore, noi rispondiamo che al primo posto, per chi fa politica, deve esserci il benessere del popolo, la giustizia sociale, la possibilità di realizzarsi attraverso il lavoro. Pertanto rifiutiamo il modello sociale che ci è stato imposto in questi anni dalla finanza mondiale ed europea, e vogliamo ridiscutere la nostra partecipazione all’Europa, dalla quale veniamo costantemente umiliati, a fronte della grande quantità di risorse economiche (circa 4 miliardi all’anno) che noi diamo in più rispetto a quello che riceviamo. Contemporaneamente osserviamo come la crisi economica è diventata il cavallo di Troia attraverso il quale si impongono i disvalori del relativismo culturale progressista, che immagina una società in cui i diritti individuali prevalgono sui doveri comunitari, in cui la famiglia, quella naturale, composta da un padre (maschio) ed una madre (femmina) costruiscono il futuro ed il legame tradizionale di un popolo viene sostituita da un patto sociale tra singoli individui, senza sesso; oggi il nostro popolo e la nostra Patria hanno bisogno di difendere la propria identità e sovranità nazionale, per impedire che i cultori del mondialismo, di coloro che cioè immaginano un mondo di individui privi di legami comunitari ed identitari governati da un oligarchia di pochi illuminati finanzieri, prevalga. Per questo riteniamo che sia necessario ricomporre la diaspora della destra italiana, senza inseguire modelli para renziani di protagonismo individuale, di giovanilismo televisivo, figli di una cultura dell’apparenza quanto mai lontana dalle nostre radici. Un popolo, quello di destra, che ha sopportato per anni umiliazioni e rimozioni, in nome del rispetto delle gerarchie, e che oggi chiede il conto, avendo in questi 20 anni ottenuto, a fronte della rivoluzione che sognavamo, unicamente la giornata delle foibe e 5 anni di ottima politica agricola! Anche a Rieti ripartiamo da questo, convinti che non è sufficiente affermare che avevamo ragione quando con coraggio abbandonammo la nave del Pdl, in quel momento macchina da guerra quasi invincibile, non è rivendicando la propria capacità di analisi che si costruisce il futuro, ma umilmente rimettendosi in moto. Martedì lanceremo un nuovo appello, il 13 ottobre con Alemanno saremo al teatro Adriano per dare corpo ancora una volta ad un grande sogno, compatendo chi non avrà il coraggio e la forza di continuare ad immaginare un futuro migliore». Foto: RietiLife ©