IL TEATRO FLAVIO VESPASIANO COMPIE 120 ANNI, È STATO INAUGURATO IL 20 SETTEMBRE 1893

Il teatro Flavio Vespasiano, fiore all’occhiello della nostra città, compie 120 anni. Il gioiello di via Garibaldi è stato inaugurato il 20 settembre 1893. A ricordare la ricorrenza, stamattina su facebook, l’assessore alle Culture del Comune di Rieti, Diego Di Paolo. Questa la storia del Flavio, come riportata dal sito web del Comune: «Nel 1882, a seguito di una disposizione, governativa, che vietava l’uso di teatri costruiti in legno, a Rieti venne chiuso il teatro dei Condomini. Dopo undici anni di silenzio, il 20 settembre 1893, tornava a Rieti la grande lirica: si rappresentavano Cavalleria Rusticana e Faust. L’idea di costruire un teatro più sicuro e confortevole era nata nel 1838. La “bella impresa” però non riuscì a prendere quota fino al 16 dicembre 1883, quando fu posta la prima pietra. I lavori andavano per le lunghe, l’impegno economico era sostanzioso. La soluzione si profilò con la partecipazione della Cassa di Risparmio cittadina. Il progetto fu affidato ad Achille Sfondrini che aveva già realizzato il Costanzo di Roma. Il nuovo teatro ebbe il nome di un illustre figlio della terra sabina, l’imperatore Flavio Vespasiano. Cinque anni di attività e poi la tragedia: nel 1898 un terribile terremoto procura danni irreparabili all’edificio. La bella cupola dipinta da Giacomo Casa non è restaurabile e il Comune affida a Giulio Rolland la ridipintura. Lavoro impegnativo, quello dell’artista, per le difficoltà oggettive della resa prospettica, giocata sul difficoltoso andamento della volta. Si trattava di modulare paesaggio e personaggi in movimento su un fondo architettonico concavo, dove tutte le normali prospettive sono falsate. L’occhio dello spettatore è attratto dalle parti narrative di un corteo che celebra il tema del trionfo di Tito e Flavio a Roma dopo la conquista di Gerusalemme. Lo sfondo si nutre delle possenti architetture della Roma Imperiale, e ben si evidenzia l’Arco di Tito, sotto il quale scorrono soldati, prigionieri, trofei e insegne. Spicca la quadriga con gli imperatori e ovunque è percepibile la profondità della pittura così come il candelabro a sette bracci, simbolo della cultura religiosa ebraica. L’atrio fu invece decorato da Antonino Calcagnadoro con cinque figure raffiguranti i generi teatrali. Al soffitto lavorò Guglielmo Ballester che rappresentò l’allegoria della Musica. Nell’atrio sono stati poi aggiunti targhe e busti a ricordo della presenza di grandi artisti in questo teatro. Il teatro Flavio Vespasiano si presenta con una platea divisa in due settori con circa duecentoquaranta posti, seguono tre ordini di palchi, ventidue per piano, in alto il loggione, un tempo con oltre cento posti, oggi ridotti a poco più di trenta per le nuove norme di sicurezza. Lungo i balconi dei palchetti sono raffigurati in eleganti stucchi i più insigni musicisti tra putti e fini decorazioni. Particolarità del Flavio Vespasiano è certamente la straordinaria acustica, non a caso, Uto Ughi ha stabilito che la I Edizione del Premio Nazionale per l’Acustica sia destinato proprio al nostro teatro». Foto: RietiLife ©

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