Sono stati catturati i capi della banda di rumeni dedita ai furti di cavi elettrici, sgominata dai Carabinieri del Reparto Operativo di Rieti e della Compagnia di Cittaducale, nel corso dell’operazione denominata Talpe Rosse. I due sono stati rintracciati dall’Interpool, in seguito alla localizzazione eseguita dai Carabinieri del Reparto Operativo, in Romania. Si tratta di Robin Jonel Ilie (Del 1972), E Robert Ilie (Del 1990). Nei loro confronti era stato emesso mandato di arresto europeo. Robin Jonel Ilie è giunto ieri sera all’aeroporto di Fiumicino, scortato da personale dell’Interpol: qui ha trovato i Carabinieri del Reparto Operativo che gli hanno notificato l’ordinanza. Stasera giungerà il fratello Robert che e subirà la stessa procedura. LA VICENDA Il 17 Giugno scorso i Carabinieri del nucleo investigativo del Reparto Operativo di Rieti, unitamente ai Carabinieri della compagnia di Cittaducale, al termine di un’articolata indagine, avviata marzo di quest’anno, debellarono un pericoloso sodalizio criminale dedito alla commissione seriale di furti di rame. Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di reati contro il patrimonio, in dieci finirono in manette. L’indagine partì da Borgorose, località Valle Caprina, quando i Carabinieri furono allertati dall’improvviso guasto alla pubblica illuminazione. Nel corso del sopralluogo i militari scoprirono che ignoti ladri si erano introdotti all’interno dei tombini della società elettrica ed avevano tranciato oltre 5000 metri di cavi elettrici, che alimentavano i lampioni, lasciando così al buio l’intera zona. Ricorrendo a specifiche, complesse e pazienti indagini tecniche, i carabinieri del reparto operativo monitorarono per mesi le attività di una banda di rumeni, tutti pregiudicati e senza fissa dimora, che avevano allestito una complessa organizzazione finalizzata alla commissione seriale di furti di cavi elettrici, portando a segno colpi in tutto il territorio nazionale. I cavi elettrici, una volta tranciati ed asportati, venivano “spellati” ricavandone l’anima in rame. Successivamente il rame veniva tagliato a blocchetti e quindi rivenduto ad alcuni centri di autodemolizione della capitale. Nel corso delle indagini i carabinieri di Rieti scoprirono oltre una trentina di furti commessi incessantemente in diverse aree del territorio. LA BANDA La banda, che aveva il suo covo in una tendopoli abusiva localizzata a Roma, sulla via Laurentina, ogni notte pianificava e conduceva spedizioni furtive, riuscendo ad asportare quintali di rame. Il prezzo sul mercato dell’«oro rosso» è di circa 10 euro al chilo. La banda percepiva circa 6 euro al chilo dai ricettatori, e, considerando gli enormi quantitativi asportati e la continuità con la quale i furti venivano commessi, il volume di affari era consistente. Oltre che nella provincia di Rieti, i componenti dell’associazione hanno eseguito furti in diversi aree della Capitale, oscurando così la pubblica illuminazione di numerosi quartieri di Roma. La banda aveva collegamenti funzionali con connazionali residenti in Romania che inviavano in Italia altri uomini addestrati ai furti, allorquando qualcuno del gruppo operativo veniva arrestato. Tali soggetti furono identificati. (da comunicato stampa del Comando provinciale dei Carabinieri) Foto: CARABINIERI ©