L’Ascom-Confcommercio di Rieti lancia l’allarme in merito ad un nuovo sistema di truffa ai danni di negozi e supermercati che sta colpendo sempre più pesantemente in questi giorni gli esercizi commerciali del capoluogo e della provincia.
“Si tratta di professionisti, quasi di prestigiatori – spiega Roberto Cardinali, amministratore della catena di supermercati Tigre e consigliere Ascom-Confcommercio di Rieti – che si muovono a gruppetti di 2-3 persone e che dopo aver fatto la spesa ed arrivano alla cassa mettono in atto una tecnica, sempre la stessa, con cui riescono a farla franca riuscendo a rubare almeno 200 euro alla volta all’ignaro cassiere. In pratica consegnano al cassiere una banconota da 500 euro per pagare una spesa di 5-10 euro al massimo, attendono che il cassiere tiri fuori il resto, che è quindi di 490-495 euro, per poi ritrovare subito dopo in borsa la banconota di piccolo taglio con cui pagare.
Consegnano questa banconota al cassiere che restituisce la banconota di 500 euro, ma al momento di riconsegnare anche il resto di 490-495 euro riescono abilmente a sfilare nel passaggio tra le due mani due banconote da 100. Ecco quindi che il cassiere rimette in cassa, senza accorgersene, 290-295 euro e non le 490-495 che aveva consegnato inizialmente ai truffatori”.
Una vicenda che, in seguito ad una denuncia sporta nelle settimane scorse alla Polizia di Rieti, aveva già portato all’arresto di due persone, ma che si è ripresentata ieri in un supermercato del capoluogo, in viale Matteucci, mettendo in luce la presenza sul territorio di una vera e propria organizzazione composta da diverse persone specializzate nella medesima forma di truffa.
“Purtroppo questo tipo di truffatori sta facendo man bassa in tutta la provincia – spiega Antonello Castellani, presidente provinciale di Ascom-Confcommercio di Rieti – e per questo, oltre alle ulteriori denunce che stiamo presentando alle Forze dell’ordine, vogliamo allertare da subito tutti i commercianti del territorio affinché si attrezzino e diano istruzioni ai propri dipendenti o soci al fine di evitare di cadere in questa trappola”.
Foto: Giovanni LOVRI © 12 Aprile 2011