Coldiretti Lazio, durante l’ultimo incontro dei direttori delle sedi del Lazio che si è tenuta nei giorni scorsi, ha esaminato la grave situazione che si sta manifestando, praticamente su tutto il territorio, in relazione ai danni che i cinghiali continuano a creare alle imprese. Pronti quasi 4.000 – dei circa 40mila imprenditori associati nel Lazio a Coldiretti – a scendere in piazza, alla guida di centinaia di trattori. “Abbiamo deciso – spiega il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia – di organizzare un’assemblea pubblica su queste problematiche. Non è più possibile andare avanti con quotidiane segnalazioni di danni che si registrano in modo particolare nel reatino, nelle zone più a nord della provincia di Roma oltre che in alcune zone del viterbese, della Ciociaria e nella provincia di Latina”. “Purtroppo il problema è generale – aggiunge David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio – e non riguarda neppure solo il Lazio, ma anche altre Regioni”. “E’ indispensabile un cambio di tendenza comune per fronteggiare questa situazione – aggiunge Mattia – e siamo pronti con i nostri soci a scendere in piazza per rivendicare attenzioni diverse, stabilendo un percorso utile a dare risposte e non più solo promesse”. Coldiretti Lazio, al termine della riunione dei giorni scorsi, ha deciso che sarà la provincia di Rieti ad ospitare questa maxi-assemblea, alla quale prenderanno parte non solo gli imprenditori reatini ma anche nutrite delegazioni delle altre province. “Durante questa assemblea pubblica – ha detto Mattia – spiegheremo come secondo noi si deve fronteggiare l’emergenza, e decideremo come continuare le nostre rivendicazioni a vantaggio delle imprese e dei cittadini. La misura è colma: da mesi abbiamo dato l’allarme ma sembra che non si riescano a trovare rimedi. Anche per questo, forse, l’ultima spiaggia è scendere in piazza per ottenere rispetto”. Coldiretti Lazio auspica che in tempi rapidi si registrino interventi a favore dell’agricoltura che da anni sta subendo ingiustamente le conseguenze di un’inefficiente gestione della tutela della fauna selvatica sul territorio. È evidente, infatti, che le imprese agricole non sono tenute in alcun modo a dover sopportare perdite di reddito a causa della presenza di cinghiali ed altri animali nelle aree rurali, dal momento che la tutela ambientale deve comunque conciliarsi con l’esercizio dell’attività d’impresa. (Redazione) Foto: (archivio) Rieti Life © 7 Luglio 2013