Enrico Martellucci, atleta della S.S. Lazio, sezione Atletica Leggera, è un esempio di determinazione e trasformazione. La sua carriera sportiva, pur iniziata tardi, ha visto conquiste che spaziano dal centro Italia fino a competizioni regionali e nazionali. Martellucci, infatti, ha vinto diverse gare nella sua regione e ha ottenuto posizioni di rilievo tra i primi dieci atleti del Lazio, sia nel periodo pre-pandemia che nel post-pandemia. Tra le sue vittorie più significative, il campionato regionale Trail in Umbria nel 2019 e prestazioni da atleta Master, con tempi notevoli nelle distanze della maratona (2 ore e 52 minuti), della mezza maratona (1 ora e 16 minuti) e dei 10 km (34 minuti e 30 secondi).
Tuttavia, ciò che rende la sua storia davvero unica non è solo il successo sportivo, ma il cambiamento radicale che ha vissuto nella sua vita. Martellucci, infatti, ha un passato da obeso, non praticante di sport e fumatore. Il suo cammino verso il cambiamento è stato segnato da una lotta personale contro la sua salute e il suo stile di vita. In un solo anno è riuscito a perdere 40 kg, un traguardo che ha raggiunto grazie alla costanza, alla dedizione e alla passione per lo sport. Il suo esempio è stato fonte di ispirazione per molti, ed è stato anche intervistato in numerosi eventi sportivi per raccontare la sua straordinaria trasformazione.
Domenica 30 marzo, Martellucci ha partecipato alla Stad10 a Terni, una gara FIDAL di livello nazionale sulla distanza di 10 km. Dopo due anni di stop per infortunio, è tornato a correre con una performance di 4 minuti e 30 secondi al chilometro, un tempo molto buono che lo ha visto classificarsi nella parte medio-alta della classifica, in un evento con quasi 700 partecipanti.
La sua passione per la corsa lo ha portato anche alla Run for Autism di Roma, il 6 aprile, una gara di rilievo nazionale che ha visto la partecipazione di circa 2500 atleti. Martellucci ha tagliato il traguardo con un tempo di 44 minuti e 18 secondi, posizionandosi al 185° posto. Ma la Run for Autism non è stata solo una competizione sportiva: la gara aveva anche uno scopo benefico, sostenendo la ricerca contro l’autismo e promuovendo il diritto allo sport, in linea con l’articolo 30 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia.
La sua storia è una testimonianza di come lo sport possa trasformare la vita, portando non solo a miglioramenti fisici, ma anche a una crescita personale profonda. Martellucci continua a essere un esempio di perseveranza e motivazione, non solo per la sua società sportiva, ma anche per tutti coloro che si trovano a fronteggiare sfide simili nella loro vita quotidiana