Tra il 2012 e il 2024, l’Italia ha perso quasi 118mila negozi al dettaglio e oltre 23mila attività ambulanti, mentre il comparto della ristorazione e dell’alloggio è cresciuto di 18.500 unità. A fotografare la situazione è lo studio “Demografia d’impresa nelle città italiane” curato da Confcommercio con il centro studi Tagliacarne ed elaborato da Open Rieti.
Una desertificazione commerciale che colpisce duramente anche Rieti, dove il commercio al dettaglio è sceso da 561 a 415 attività, segnando un preoccupante -26%. Peggior capoluogo del Lazio per perdite, Rieti si piazza al 23esimo posto in Italia per calo percentuale. E la crisi non risparmia neanche ristoranti, bar e alberghi: 199 nel 2024 contro i 255 del 2012. Il centro storico registra la flessione più marcata, passando da 323 a 235 imprese (-27,2%).
“Città senza negozi di vicinato sono meno sicure e vivibili”, avverte il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Da qui, le proposte dell’associazione: rigenerazione urbana, piani per la mobilità, patti per la riapertura dei locali sfitti e politiche digitali per il commercio. L’obiettivo: ridare vita alle economie urbane e alla coesione sociale.