Il lavoro delle donne nel Reatino. (Uil): “Cresce il differenziale retributivo. Donne guadagno 7mila euro in meno degli uomini”

Gender gap nel reatino. Paolucci (Uil): “Cresce il differenziale retributivo. Donne guadagnano 7mila euro annui meno degli uomini”
Quasi settemila euro in meno. A tanto ammonta la differenzia di retribuzione tra lavoratrici e lavoratori della provincia reatina nel settore privato. Nello specifico, la retribuzione media delle donne nel 2023 si è attestata a 14.708 euro lordi annui contro i 21.650 euro dei colleghi uomini. Queste e altre intollerabili disparità emergono dal dossier che la Uil del Lazio e l’istituto di ricerca Eures hanno dedicato all’evoluzione del gender pay gap e all’occupazione femminile nel territorio sabino.
Lo studio analizza il quinquennio che va dal 2019 al 2023 e dimostra l’intollerabile aumento del differenziale retributivo. Non a caso nel 2019 era pari a 5.921 euro, mentre alla fine 2023 era salito a 6.942 euro. In cinque anni la forbice si è praticamente allargata di oltre di mille euro, che tradotto in termini percentuali significa che nel 2023 le donne hanno mediamente percepito compensi pari ad appena il 67,9% di quella dei loro colleghi.
“Nel contesto regionale – spiega Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – la nostra provincia è l’unica a registrare un significativo incremento del gap retributivo di genere, mentre quasi tutte le altre province mostrano una tendenza opposta, anche se lieve. Un divario che sottolinea l’urgenza di politiche per la parità salariale capaci di intervenire sulle cause”.
Quali sono le cause? Il dossier le elenca impietosamente. Quasi quattro lavoratrici della provincia reatina su 10 hanno un contratto di lavoro atipico, con una incidenza del 38,6%, mentre tra gli uomini scende al 26,9%. Nel confronto con il 2019 si rileva inoltre come nella componente femminile del lavoro la precarizzazione assuma dimensioni crescenti (erano il 38,3% del totale nel 2019). Tra gli uomini, grazie anche alla crescita della domanda di lavoro regolare nel settore delle costruzioni, si assiste a un processo inverso, con un aumento dell’incidenza del lavoro stabile (dal 69,6% del 2019 al 73,1% del 2023). E poi ancora: il 51,1% delle lavoratrici del settore privato ha un contratto part time, a fronte del 26,8% dei colleghi uomini.
Un indicatore inequivocabile dei pregiudizi e delle barriere culturali che frenano l’ascensione sociale delle donne, è costituito dalla loro collocazione delle posizioni apicali delle imprese: nel reatino su un totale di 59 dirigenti del settore privato soltanto 13 sono donne (il 22% del totale) a fronte di 46 uomini (78,0%). Negli ultimi 5 anni si registra una marginale crescita delle dirigenti donne (erano 11 nel 2019) mentre il numero degli uomini non presenta alcuna variazione. Oltre a rappresentare una quota minoritaria, anche le retribuzioni sembrano valorizzare in misura inferiore le donne dirigenti, la cui retribuzione lorda media annua ammonta nel 2023 a 110,7 mila euro, contro i 123,7 mila degli uomini, con un gender pay gap di 13 mila euro, peraltro in forte crescita rispetto agli 8 mila del 2019.
Non va meglio la quotidianità delle donne che lavorano nel pubblico. Nel 2023 il Gender Pay Gap tra i lavoratori e le lavoratrici dipendenti è stato di 8.658 euro, in crescita rispetto agli 8.232 euro registrati nel 2019. In dettaglio, la retribuzione media delle lavoratrici donne del settore pubblico è pari a 31.035 euro, contro i 39.694 euro di retribuzione media dei colleghi uomini. Anche qui le lavoratrici soffrono una condizione di precarietà più accentuata rispetto agli uomini: il 20,3% delle dipendenti donne ha infatti un contratto di lavoro a tempo determinato, a fronte del 12% dei colleghi uomini.
“Questo dossier – conclude Paolucci – fotografa una realtà da fine ottocento dello scorso secolo. E’ dovere di tutti cambiare marcia, invertire la rotta e garantire alle donne lavoro di qualità, con retribuzioni adeguate, con possibilità di carriera“.

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