Il Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia lancia un allarme per il rischio chiusura di numerose edicole nei comuni del Reatino. La causa di questa drammatica situazione è la decisione della Tirreno Press S.p.a. di sospendere la distribuzione nelle aree considerate difficili da raggiungere. Una scelta che rischia di mettere in ginocchio attività economiche vitali per il nostro territorio. Le edicole, soprattutto nei piccoli centri, non sono solo punti di vendita ma veri e propri luoghi di socializzazione e servizi. La loro chiusura potrebbe aggravare ulteriormente il fenomeno della desertificazione dei nostri borghi montani, già provati da difficoltà economiche e demografiche. In particolare, sono a rischio realtà di grande valore turistico e culturale, come il Terminillo e Leonessa, ma anche località che stanno ancora pagando le cicatrici lasciate dal terremoto, come Amatrice e Accumoli. Una decisione che non solo minaccia l’economia locale, ma appare come un grave oltraggio al nostro territorio.
Il diritto all’informazione è un principio fondamentale che dovrebbe essere rispettato da tutti, eppure la logica del profitto, imposta da una società privata che ormai si comporta come un monopolista, prevale su ogni altra considerazione. Il rischio è che intere comunità si trovino isolate, private di un servizio fondamentale. “È necessario che la politica affronti frontalmente quanto sta avvenendo, difendendo il diritto dei cittadini a poter vivere nella propria terra, senza per questo essere penalizzati da interessi speculativi,” affermano senza mezzi termini Chicco Costini, Vicesegretario nazionale del Movimento Indipendenza, e Gioacchino Belloni, Segretario provinciale dello stesso movimento.
Indipendenza Rieti si impegnerà a sollecitare amministratori e politici locali affinché scendano in campo con forza per proteggere le edicole e, più in generale, i diritti dei cittadini e delle comunità che dipendono da queste realtà. Quello che sta accadendo nel Reatino è solo un episodio di una tendenza più ampia che rischia di compromettere il futuro delle zone montane. È il momento di reagire e difendere la nostra identità, la nostra economia e, soprattutto, il diritto all’informazione.