Si parla molto di infortuni e malattie nei luoghi di lavoro. L’obiettivo di un Paese – chiamato a confrontarsi con questi temi – dove essere quello di prevenire i rischi fino ad azzerarli. Ma cosa è stato fatto finora? Molto poco. La Uil di Rieti e della Sabina Romana – nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio regionale #ZeroMortiSulLavoro che richiama la mobilitazione nazionale del sindacato – ha elaborato un focus, basandosi sui dati dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, portando alla luce numeri e criticità legati alla salute e sicurezza nei posti di lavoro.
Dall’approfondimento Uil si ricava una malinconica realtà: da gennaio a novembre 2024 le denunce di malattie professionali nella provincia reatina sono state 521. “Quel che più ci allarma – spiega Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – è il confronto con lo stesso arco temporale del 2023, che ci fa infatti scoprire un aumento di 116 unità di questo genere di patologie”. Nel periodo che va da gennaio a novembre del 2023 il dato si era infatti attestato a 405 segnalazioni.
A differenza degli infortuni, che hanno una origine improvvisa e localizzata nel tempo, le malattie professionali nascono e si sviluppano negli anni per l’esposizione prolungata a fattori di rischio presenti negli ambienti lavorativi. “Troppo spesso in passato sono state sottovalutate – aggiunge il sindacalista – e il frutto avvelenato di questo comportamento adesso è sotto gli occhi di tutti”. A conferma di quanto sostiene il Segretario ci sono i dati regionali: negli undici mesi del 2024 le denunce nel Lazio sono state 5533, contro le 4586 del 2023. Un aumento complessivo di 947 casi. Più colpiti gli uomini (4118), contro i 1415 casi tra le donne. Mentre la patologia più diffusa è quella del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo.
Lo scenario non cambia se per un attimo decidiamo di spostarci nelle città oltre i confini regionali: a Terni l’Inail ha censito 1271 casi, contro i 957 del 2023. Mentre L’Aquila ne ha totalizzate 1186 (909 nel 2023).
“E’ evidente che governo e istituzioni devono mettere in campo azioni decise che tutelino realmente lavoratrici e lavoratori – conclude Paolucci – E’ anche evidente che prevenire è meglio che curare. Ed è per questo che la Uil chiede di scrivere insieme un nuovo capitolo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, un nuovo capitolo in grado di tutelare le persone sia rischi degli infortuni (oltre mille da gennaio a novembre 2024) sia da quei pericoli meno visibili ma che sempre di più sfociano nelle malattie professionali”.