Le trattative per il rinnovo del Contratto Nazionale dei Lavoratori Metalmeccanici si sono interrotte bruscamente, con gravi ripercussioni sul settore e sul clima tra le parti sociali. Dopo sei mesi di confronto, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil denunciano la responsabilità di Federmeccanica-Assistal, accusata di aver respinto buona parte delle richieste avanzate dai sindacati e di aver presentato una contro-piattaforma che non consente alcuna continuità del dialogo.
I principali punti di rottura
Le problematiche sollevate riguardano molteplici aspetti centrali per i lavoratori:
Salario:
Respinta la richiesta di aumento di 280 euro per il livello C3.
Nessun incremento salariale definito nel contratto nazionale, con tutto vincolato all’andamento inflattivo.
Peggioramento della clausola di salvaguardia, che posticipa di sei mesi l’applicazione degli aumenti minimi contrattuali.
Nessuna volontà di rivedere la clausola di assorbimento degli aumenti.
Contratti precari:
Nessuna disponibilità a regolamentare i contratti precari attraverso il contratto nazionale.
Premio di risultato:
Le soluzioni proposte per le aziende prive di contrattazione aziendale risultano irraggiungibili e impraticabili.
Orario di lavoro:
Nessuna apertura alla riduzione dell’orario o alla regolamentazione dello smart working.
Scarsa attenzione a misure che favoriscano la conciliazione tra vita privata e lavorativa.
Appalti:
Mancano garanzie economiche e occupazionali per i lavoratori in caso di cambiamento di appalto.
Mobilitazione e sciopero
In risposta alla rottura delle trattative, i sindacati hanno proclamato quattro ore di sciopero per il 15 gennaio, da effettuarsi a fine turno. L’obiettivo è riconquistare il tavolo negoziale e rivendicare un contratto dignitoso che tuteli i diritti dei lavoratori.
In parallelo, è previsto il blocco delle flessibilità e dello straordinario, con l’invito ai lavoratori a unirsi alle mobilitazioni organizzate.
Le richieste dei sindacati sono chiare: un contratto che garantisca aumenti salariali adeguati, migliori tutele per i lavoratori precari, e maggiore attenzione alla qualità della vita lavorativa. La giornata del 15 gennaio rappresenta un passaggio cruciale per la categoria, che si prepara a far sentire la propria voce in modo deciso.