“La pubblicazione dell’annuale classifica della qualità della vita de il Sole 24 Ore – scrive in una nota Nome Officina Politica – conferma il declino che Rieti, lungo il corso di 30 anni, sta vivendo sulla propria pelle, con la costante discesa di pressoché tutti gli indicatori, che ci vede all’attuale 74mo posto, dal 28mo che ci descriveva nel 1990”.
E continua: “Tuttavia, non è sulla classifica numerica che a giudizio di NOME Officina Politica dovrebbe nascere il dibattito, quanto sulle motivazioni, in punto politico, del declino di una Città governata in 5 delle ultime 6 consiliature da giunte di centrodestra, la cui cifra politica è stata rappresentata dall’evitare di affrontare i temi dello sviluppo, della efficienza, della responsabilità, evitando lo scontro politico interno, al prezzo di un lenta inesorabile decadenza, nella rassegnazione della cittadinanza.
L’economista e filosofo Noam Chomsky sviluppò il cosiddetto “principio della rana bollita” per descrivere come i popoli finiscano per assuefarsi al degrado e alle vessazioni fino a essere incapaci di ribaltare le condizioni in cui vivono. Con tale metafora si descrive una rana che, immersa in una pentola di acqua fredda lentamente riscaldata fino a renderla bollente, si sarebbe prima abituata, poi indebolita, per poi rimanere uccisa. Se invece la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua bollente, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Tra i tanti temi che hanno lentamente innalzato la temperatura del pentolone in cui sono immersi i cittadini di Rieti anche nel recente passato (i.e., piano regolatore inadeguato, piano del commercio inesistente, piano del traffico lasciato alle decisioni di Ferrovie dello Stato), due fatti recenti descrivono la cifra politica della attuale giunta Sinibaldi, nel solco delle precedenti: la strategia di “procrastinare”, nascondendo la polvere dei problemi attuali sotto il tappeto del tempo che passa.
Un primo fatto: la proposta di Sinibaldi di spalmare gli aumenti delle tariffe idriche (previste nella misura del 30% su 5 anni), senza pretendere alcuna assunzione di responsabilità, né politica, né in capo al management della azienda APS per le inefficienze ed aumenti di costi rilanciate da cittadini e sindaci della Provincia.
Un secondo fatto: a seguito del mancato obiettivo di rientro dal dissesto finanziario, dopo 10 anni di sacrifici, la richiesta formulata dalla attuale amministrazione alla Corte dei Conti di ‘spalmare’ per ulteriori 10 anni il proprio fallimento; altri 10 anni di tariffe al massimo e servizi al minimo. Ai reatini scegliere se continuare ad essere ignare ‘rane bollite’, o almeno prenderne coscienza” conclude Nome Officina Politica. QUI LO STORICO