L’amatriciano Gaetano Alegiani ha sottoscritto il suo 60esimo abbonamento alla Roma. Il primo tagliando fu nella stagione 1964/65: da allora sono ben 60. Il club giallorosso ha voluto omaggiare Gaetano con un articolo che riportiamo integralmente qui sotto.
Gaetano, oggi 78enne, si è abbonato per la prima volta nella stagione 1964-65, quando in panchina sedeva Juan Carlos Lorenzo e non ha più smesso. Da sessant’anni possiede ogni tessera, fisica prima e digitale poi. A dimostrazione di una fedeltà assoluta.
Sono la testimonianza di un legame indissolubile, indipendente dall’andamento delle stagioni, dai nomi degli allenatori, dalle campagne acquisti: Gaetano si abbona perché ama la Roma. O meglio, ama tutto ciò che è Roma. “Tutto quello che si chiama Roma per me è sacro”, racconta ai media del Club. “Io sono innamorato della parola Roma: dalla storia antica allo sport, passando per la città. Perché Roma è la Roma, ovviamente”. Ovviamente.
Il primo abbonamento lo fece in Curva Sud. Costava 9000 lire. Quattro anni dopo, passò per 38mila lire in Tribuna Tevere.
Gaetano ha continuato a venire allo Stadio Olimpico anche quando nel 2010 ha lasciato Roma per fare ritorno alle origini: ad Amatrice. “Mio nonno era della frazione di Collegentilesco. La casa è crollata il giorno del terremoto”.
Lui si è salvato, perché quando ha lasciato la Capitale è venuto a vivere in un edificio moderno, adiacente a quello del sindaco per antonomasia di Amatrice: Sergio Pirozzi. L’uomo che a Sky Tg24 emozionò l’Italia intera, chiedendo aiuto per la sua gente: “Amatrice non c’è più”.
Gaetano si trovava a pochi passi da Pirozzi quando alle 3:36 del 24 agosto 2016 due scosse potentissime rasero al suolo le comunità di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. “La notte peggiore della mia vita. Superato il primo momento di smarrimento, uscii in pantofole assieme a mia moglie”.
La lontananza da Roma e l’età che avanza non hanno tenuto distante Gaetano dalla sua Roma. “Ho sposato una causa. Qualche volta mi è capitato di chiedermi se ne valesse ancora la pena. Ma la voglia di andare all’Olimpico ha sempre prevalso”, ci dice.
E così anche oggi che ha 78 anni e vive a 140 km da Roma, Gaetano prende la macchina e da solo si fa Amatrice-Stadio Olimpico-Amatrice. Tutto in giornata. Tutto in poche ore. “Non importa se nevica o c’è ghiaccio. Io devo andare”.
La Società aveva già premiato la sua passione dieci anni fa, per i 50 abbonamenti consecutivi, inviandogli una maglia personalizzata. Lui ne va giustamente orgoglioso. “Era accompagnata da questo biglietto: Un piccolo pensiero per un grande romanista“.
“Cosa mi piace di più dello Stadio? L’inno a cappella. Da brividi. Io canto a squarciagola. Nessuna squadra al mondo ne ha uno del genere”. Gaetano ha un unico rammarico: gli manca una stagione. L’unica in cui non si è potuto abbonare, per colpa del Covid. Ci tiene a specificarlo, mentre sfoglia l’album delle tessere che conserva gelosamente nella sua abitazione ai piedi dei Monti della Laga.
Come tanti romanisti della sua generazione, si è avvicinato ai nostri colori grazie a “Piedone” Manfredini: “Mi fece appassionare con le sue triplette”. Ricorda un volo con un giovanissimo Claudio Ranieri: “Lo incontrai in occasione di un Milan-Roma dei primissimi anni ’70. Era da solo. La squadra aveva fatto ritorno a Roma in treno, mentre lui si era imbarcato su un aereo”. Da romano puro, considera Pellegrini e Pisilli i suoi alfieri: “Lorenzo è il presente, Niccolò è il nostro futuro. Un esempio di attaccamento alla maglia”.
Gaetano sposta una tendina. Fuori sta nevicando. I fiocchi si posano tra i resti del borgo e i cantieri della lenta ricostruzione. Non lo bloccherà qualche centimetro di neve. “A volte, pur di andare all’Olimpico, l’ho dovuta spalare. Rinnoverò il mio abbonamento – giura – fin quando resisterò. Fin quando avrò forza. Fin quando riuscirò a cantare per la Roma”.