Borgorose, montagna: da Panei a Bonatti, brevi storie di grande alpinismo

L’alpinista di Borgorose Gigi Panei è uno dei protagonisti del libro “In cima a sé stessi” di cui è autore il nipote, il giornalista Antonio Panei. Un racconto sul lato umano dei miti della montagna: Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Cesare Maestri, Reinhold Messner, Wanda Rutkiewicz, con le illustrazioni dell’architetta Veronica Cristofoletti.

Da Sant’Anatolia di Borgorose alle Alpi, la carriera scialpinistica di Gigi Panei si interruppe drammaticamente a Courmayeur il 22 febbraio del 1967 sotto una valanga staccatasi dalla Cresta d’Arp. Quella tragica giornata viene ora ricostruita dal nipote Antonio Panei nel suo ultimo libro “In cima a sé stessi”, appena pubblicato da La Bussola edizioni di Roma. Un libro sul lato umano dei miti della montagna, da Riccardo Cassin a Walter Bonatti, da Reinhold Messner a Wanda Rutkiewicz, con le illustrazioni dell’architetta e disegnatrice grafica Veronica Cristofoletti. Venti brevi storie di grande alpinismo con al centro non solo le imprese e i trionfi dei protagonisti ma anche le loro sconfitte e solitudini: il senso di isolamento, vasto, devastante che arrivò a provare Walter Bonatti sulla Parete Nord del Cervino; le scalate di Alison Hargreaves in stato di gravidanza per sfuggire al marito violento; l’ultima vetta di Wanda Rutkiewicz prima di sparire misteriosamente in Himalaya e la folle ossessione per l’Everest di Maurice Wilson.

Antonio Panei è consigliere di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e ha scritto altri libri di alpinismo. “La mia famiglia – sottolinea l’autore – è originaria di Sant’Anatolia di Borgorose. Un piccolo paese ai piedi della Montagna della Duchessa che negli anni trenta vantava un pioneristico sci club con atleti tra i più forti del reatino, vincitori di diverse gare di fondo e di discesa libera al Terminillo”. E proprio nello sci club Sant’Anatolia Gigi Panei iniziò la sua carriera agonistica che lo portò poi ad entrare in nazionale con Zeno Colo’ e a diventare tecnico della squadra azzurra alle Universiadi del 1962. Fu anche guida alpina e compagno di cordata di Walter Bonatti sul Monte Bianco e sul Cervino.

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