Riceviamo e pubblichiamo una lettera nella quale si parla di un alloggio Ater.
Vi scrivo per segnalare la situazione di mia madre, 77enne vedova da alcuni anni e assegnataria di un alloggio ATER a Rieti in via dei Salici.
Sono oltre 2 anni che segnala un’importante infiltrazione d’acqua dalla parete della cucina ma nonostante i ripetuti solleciti, il problema non è stato risolto e ad oggi la situazione è divenuta insostenibile: ad ogni pioggia si trova costretta ad attrezzarsi con secchio e stracci per eliminare l’acqua che allaga il pavimento della cucina e con la paura di un cortocircuito poiché, in corrispondenza dell’infiltrazione, è posizionata la caldaia con le prese elettriche (come si vede in foto).
Non da meno è il problema della muffa e dell’umidità presenti sul muro a ridosso del piano cottura, ambiente utilizzato per buona parte della giornata.
Mi domando: è mai possibile che, in questo paese, per intervenire dobbiamo attendere che succedano eventi gravissimi? I diritti dei singoli cittadini, compreso il diritto alla salute, esistono solo solo se si fa ricorso al tribunale?
Foto: RietiLife ©