Edifici di culto, nuove semplificazioni per la ricostruzione

Varianti più semplici da approvare e una percentuale del contributo per conservare beni mobili e opere d’arte. La ricostruzione degli edifici di culto fa un passo verso la semplificazione e l’efficacia grazie all’Ordinanza approvata oggi in Cabina di Coordinamento Sisma, che introduce modifiche all’Ordinanza 105.

“Abbiamo affinato gli strumenti a disposizione dei Soggetti Attuatori, che spesso si confrontano con varianti necessarie per preservare edifici che, oltre a un valore religioso, hanno anche un grande valore storico e artistico per le loro comunità” – dichiara il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli. “Oltre a svincolare le varianti dal limite del 20%, abbiamo introdotto la possibilità di utilizzare fino al 3% dell’importo dei lavori per la custodia e conservazione di beni mobili e opere d’arte. Estendiamo inoltre l’applicazione dell’Ordinanza anche agli edifici diventati ‘beni culturali’ dopo il sisma. Ringrazio i Presidenti di Regione, la CEI, le Diocesi, Arcidiocesi e gli Enti ecclesiastici riconosciuti dell’Appennino centrale. La sinergia ci permette di ottenere risultati concreti nella ricostruzione di chiese e luoghi di culto”.

Altre novità riguardano l’ammissione a contributo degli edifici di culto con nesso di causalità accertato tramite perizia giurata e la possibilità per il Vice Commissario di valutare l’erogazione dell’ulteriore 30% del contributo, anche se non è stato raggiunto l’80% di avanzamento lavori.

Gli edifici di culto, sia pubblici che privati, danneggiati dalla sequenza sismica del 2016-2017 e finanziati, sono 1217, per un importo complessivo di oltre 741 milioni di euro.

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