«Spero che questa donna si rimetta al più presto. Ho agito d’istinto, ho visto che si buttava e ho usato il freno d’emergenza. È andata bene. La cosa più bella? Le parole di mia moglie e della mia famiglia: siamo fieri di te». A Repubblica parla Daniele Gentile, 42enne originario della provincia di Rieti (è dell’antrodocano, Rocca di Fondi) ma romano d’adozione, è il macchinista Atac della metro B che ieri mattina ha salvato la vita a una donna. La sua prontezza di riflessi nel frenare ha impedito una tragedia pressoché certa.
«Ho fatto solo il mio dovere», dice ancora provato Daniele a Repubblica, che la settimana prossima sarà ricevuto dal sindaco Roberto Gualtieri, che gli porterà il saluto e l?abbraccio di tutta Roma. Che cosa è accaduto ieri mattina? «Stavo guidando un treno in direzione Laurentina, quando sono entrato nella stazione Eur Magliana. A circa metà della banchina ho visto questa donna che si è sporta e poi si è buttata di sotto. Ho agito di istinto. La prima cosa che ho fatto è stata quella di fermare il treno il più velocemente possibile per evitare l’impatto. Lei era vicinissima al treno, ma è andata bene». Quanto è importante essere concentrati in un momento del genere? «Tanto, ma questo è il nostro lavoro e si pensa sempre a farlo nel miglior modo possibile. Ho fatto quello che potevo fare, frenando con l’emergenza. Se uno fa bene il proprio lavoro alcune cose non possono essere evitate, ma tante altre si possono prevenire. Poi a un certo punto interviene anche il fato o la fortuna».
Continua Repubblica: episodi del genere fanno parte del lavoro di un macchinista. Le era mai capitato? «A me non era successo e sono stato fortunato. Tra colleghi se ne parla ma le parole non valgono nulla, senza aver vissuto in prima persona a una cosa del genere. Non si può nemmeno immaginare. Perché si prova un dolore soprattutto per chi ha tentato di fare un gesto del genere e allo stesso tempo sale anche la paura per noi che abbiamo in mano la sicurezza di migliaia di passeggeri». Lei è riuscito a parlare con questa donna? Le vorrebbe dire qualcosa? «No, ma ho saputo dalle forze dell’ordine che stava meglio e questo mi ha rincuorato. Mi piacerebbe sapere che, nonostante il dramma, il fatto che tutto sia finito per il meglio possa aiutarla ad andare avanti». Il vostro è un lavoro di grande responsabilità. Sentite questo peso? «Sono un macchinista per passione dal 2011. Ho vinto il concorso Atac e ho sempre guidato la metro B. Sappiamo il lavoro che andiamo a fare, dal giorno in cui abbiamo firmato il contratto. E lo sappiamo ogni giorno che prendiamo servizio». Il sindaco Gualtieri la vuole incontrare per ringraziarla. C’è qualche altro attestato di stima che le fatto piacere? «Quello di mia moglie e della mia famiglia, che mi hanno chiamato dicendomi: siamo fieri di te. Mi sono commosso anche se non credo di aver fatto nulla di più del mio dovere».
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