Si è svolta nella mattinata di oggi 14 luglio alle ore 11 la solenne celebrazione eucaristica nella cappella dell’ospedale di Rieti in occasione della festa di San Camillo de Lellis. La Messa è stata celebrata dal Vicario Generale della Diocesi di Rieti Don Casimiro Panek e in tale occasione ha rinnovato i voti religiosi nel suo 25° anniversario di vita consacrata Suor Dora EMILSE Rueda Tuberquia.
“È stato un momento ricco di significato» ha sottolineato il diacono Nazzareno Iacopini, direttore dell’ufficio per la Pastorale Sanitaria. Un’occasione per approfondire «l’interessante la vicenda umana di Camillo, la sua esperienza spirituale, il suo percorso di conversione, ma anche il suo essere l’archetipo delle figure dell’infermiere e del cappellano quali li vediamo oggi».
«Avviato alle armi, dopo varie vicissitudini ed una vita dissoluta – ricorda Iacopini – ha maturato la propria fede presso un convento di cappuccini. Ma fu solo dopo un lungo ricovero in ospedale a scoprire la sua più autentica vocazione nella cura dei malati. Da allora prestò ininterrottamente se stesso a questo servizio e, una volta riconosciuto, il suo Ordine si espanse rapidamente in molte città italiane, nelle quali Camillo fondò nuove comunità, tutte al servizio dei grandi ospedali cittadini. Da questo punto di vista, la Liturgia è anche un omaggio reso alle suore camilliane che svolgono amoroso qui a Rieti».
Ricordiamo in questo giorno dedicato al Santo Camillo De Lellis, patrono degli Operatori sanitari e Ministri degli Infermi due figure rilevanti per il territorio reatino. Mons. Giovanni Benisio per anni Cappellano Capo presso l’Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti; giunto a Rieti chiamato dal Vescovo Mons. Benigno Migliorini nel 1946, una prima esperienza come parroco a San Michele Arcangelo poi al nosocomio di via Centuroni infine la cappellania presso l’Ospedale Provinciale dove prestava un servizio h 24 al servizio di tutti i bisognosi.Mons. Benisio è stato docente per lunghi anni presso il liceo Scientifico Jucci di Rieti ed anche un apprezzato giornalista.
E Padre Luigi Secchi M.I., ordinato giovanissimo nell’ordine dei Camilliani che ha prestato il suo ministero presso la Basilica di San Camillo De Lellis in Roma, basilica eretta per volontà di Pio X nel 1906 e consacrata nel 1910.Molto legato al territorio reatino soggiornava spesso per gli esercizi spirituali oppure in visita alle Suore Missionarie Camilliane. Vicino al Santo Padre ha sempre condotto campagne di sensibilizzazione per i bisognosi in Africa ed America Latina con assistenza a persone disabili, negli hospice e attenzione ai malati di AIDS.
Entrambi tornati alla Casa del Padre, Mons. Benisio nel 1998 all’età di 76 anni e Padre Luigi di recente nel 2023, a soli 62 anni. Lasciano una testimonianza di servizio e carità verso i più deboli, gli infermi sulla dottrina del Gigante della carità San Camillo De Lellis.
Padre Luigi Secchi e l’arch. Stefano Cherubini descrivono al santo Padre il restauro di alcuni locali destinati all’accoglienza ed alla Catechesi.
Un pensiero non può che essere rivolto anche alla presenza nella realtà locale della scuola infermieristica “Vannini”, per oltre trent’anni sede formativa cruciale di tantissimi professionisti del settore. Una tra le prime scuole per infermiere in Italia, il “Vannini”, voluta con determinazione da suor Carla – figura storica dell’infermieristica reatina – e sostenuta poi negli anni successivi da suor Afra e da tutte quelle persone, laiche o religiose che fossero, che hanno contribuito a tale fondamentale istituzione. Grazie proprio allo storico istituto delle Figlie di San Camillo, tramite l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nacque la prima esperienza Universitaria a Rieti che durò per 45 anni. La tenacia ed all’intuizione di Cesare Giuliani in qualità di Presidente della Provincia di Rieti fecero il resto, con il Comune di Rieti e la Fondazione Varrone a guidare l’esperienza della Sabina Universitas. Sabina Universitas che dalla seconda metà degli anni Novanta ha iniziato un percorso irto di ostacoli che sta vedendo i suoi frutti maturi solo in questi anni