Dormitori di fortuna in una serra a Latina, proprio nelle campagne di Borgo Santa Maria dove è morto due settimane fa Satnam Singh. Lavoratori in nero e senza tutele nei campi coltivati in provincia di Rieti e Frosinone. Irregolarità diffuse in un vivaio a Capannelle. Braccianti senza contratto per raccogliere gli ortaggi ad Albano Laziale e Ariccia. Una videosorveglianza sui lavoratori attivata senza permessi in una azienda agricola di Velletri. Il campionario di irregolarità emerse ieri dai controlli contro il caporalato condotti nel Lazio come in tutta Italia, anche in risposta alla tragedia del bracciante indiano, mostra quanto precari o assenti siano i diritti di chi lavora sul gradino più basso della filiera agricola. Lo riporta il Corriere Roma.
I carabinieri del Nucleo regionale di tutela del lavoro, guidati dal colonnello Michela Pagliara, hanno elevato sanzioni e denunciato imprenditori in quella che rimane una battaglia per la legalità difficile da portare avanti, soprattutto nelle stagioni della raccolta per la richiesta di manodopera e il ricorso al sommerso di lavoratori spesso irregolari. La situazione più grave, come detto, nel pontino, dove nella serra di una azienda agricola non lontana da quella di Antonello Lovato, dove lavorava Singh, sono stati trovati un dormitorio con dieci posti letto in una baracca e due roulotte adibite una a cucina e una come ulteriore ricovero. Due i lavoratori, entrambi del Bangladesh, identificati sul posto, con permesso di soggiorno ma uno di loro impiegato in nero, entrambi con orari, mansioni e in condizioni igienico-sanitarie che hanno fatto scattare per l’imprenditore la denuncia per caporalato. Questa porzione della sua azienda agricola è stata sequestrata e gli sono state inflitte sanzioni per oltre cinquemila euro.
Una denuncia per caporalato è scattata anche per un imprenditore di Fiamignano, in provincia di Rieti, dove due braccianti romeni vivevano e lavoravano (orari e paga) in condizioni simili nella sua azienda di ortaggi.
Anche nelle campagne intorno a Roma sono state sanzionate diverse situazioni di diffusa irregolarità. Sia sul piano amministrativo (mancanza del documento di valutazione rischi, mancata formazione dei braccianti per le mansioni svolte), sia carenze più strettamente pratiche sul piano della sicurezza. In una ditta di Ariccia veniva impiegato, senza contratto, uno straniero senza permesso di soggiorno, e irregolarità sono emerse anche in una azienda agricola di Amaseno, in provincia di Frosinone. In tutta Italia sono state controllate 310 aziende agricole di cui 206 sono risultate irregolari (pari al 66,45%), mentre i lavoratori controllati sono stati 2.051 e 616 sono risultati irregolari (30,03%), di cui 216 completamente in nero (10,53%).