È stata ritrovata ieri sera, in un campo nomadi di Cinecittà, Diana Husarciuc, la ragazza di origine romena scomparsa poco meno di un mese fa da Fara Sabina LEGGI. La 15enne, dopo aver girovagato per alcuni parchi di Roma, è arrivata nel campo nomadi del quartiere romano, dove a sua detta, sarebbe stata costretta a sposarsi con un nomade 33enne e ad avere rapporti sessuali con lui. La ragazza è adesso stata affidata ad una familiare, mentre l’uomo è stato arrestato per i presunti reati di violenza sessuale e sequestro di persona.
Di seguito il comunicato dei Carabinieri di Rieti
Lo scorso 13 aprile la minore Diana Andreea Husarciuch, si allontanava dall’abitazione familiare di Passo Corese, portando al seguito solo la somma contante di 20 euro. I Carabinieri della Compagnia di Poggio Mirteto avviavano immediatamente le indagini che si concentravano su quanto accaduto nelle ore precedenti alla scomparsa, allorquando la minore subiva maltrattamenti da parte della madre, conseguenti, o asseritamene tali, alla scoperta di un rendimento scolastico insufficiente.
L’intervento dei Carabinieri di Monterotondo (RM) e dell’assistente sociale, conseguente ai maltrattamenti denunciata, determinavano un provvedimento di affidamento esclusivo della stessa minore al padre.
Ciò nonostante la minore si allontanava da Passo Corese senza lasciare dietro di sé alcun indizio, e senza spiegare il gesto. Le immediate e incessanti ricerche, corroborate da alcune segnalazioni, determinavano nei Carabinieri del Comando Provinciale di Rieti la convinzione che la minore fosse a Roma, ed il trascorrere delle ore, insieme al comprensibile timore da parte dei familiari, fortificava la sensazione che nella Capitale avesse trovato ospitalità presso alcuni connazionali.
Della scomparsa si sono occupati gli organi di informazione locali e nazionali, ed in particolare le ricerche, venivano attivate anche dalla nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, di Raitre. La diffusione di quest’ultima trasmissione, determinava immediate segnalazioni di avvistamento della ragazza, tutte proprio nella Capitale, ove si sospettava, sin dall’inizio, che la stessa avesse trovato riparo.
Il riscontro delle varie segnalazioni, e l’osmosi informativa con i diversi Reparti della Capitale, consentiva ai Carabinieri di Cinecittà di rintracciare, nella serata di ieri, la minore presso il campo nomadi di via Ubaldo Comandini. La ragazza, in buone condizioni di salute, dopo essere stata accudita dai primi Carabinieri intervenuti, veniva affidata a personale investigativo della Stazione dei Carabinieri di Passo Corese, affinché si provvedesse alla ricostruzione di quanto accaduto nei giorni intercorsi tra l’allontanamento ed il ritrovamento.
La ragazza, sentita da personale femminile del Comando Provinciale di Rieti, alla presenza di un’assistente sociale, ha ripercorso le giornate che aveva trascorso lontano dall’abitazione familiare. La minore Ha raccontato che, dopo alcuni giorni in cui aveva vagato tra la stazione ferroviaria di Roma Termini ed alcuni parchi della Capitale, era giunta presso il campo nomadi presso cui era stata ritrovata. A suo dire, la minore, che versava in uno stato di prostrazione psicologica e da un’immanente stato di necessità, era stata limitata nella propria libertà di movimento dagli stessi componenti del campo nomadi, che ben conoscevano la sua condizione di “ricercata”. Nell’accampamento, secondo un asserito antico rito rom, la ragazza avrebbe potuto continuare a usufruire di vitto ed alloggio in quel campo, solo se si fosse congiunta in matrimonio con uno dei componenti maschi del campo nomadi. È così che, di fronte alla necessità di aver garantito un luogo dove permanere e dove assolvere alle esigenze primarie di vita, la ragazza veniva indotta a congiungersi in matrimonio con un uomo, di nazionalità rumena, già coniugato. Questi, ritenendosi una sorta di coniuge di fatto, pretendeva ed otteneva ripetuti rapporti sessuali con la minore. Quest’ultima, ha raccontato ai Carabinieri che non aveva realmente mai compiuto gesti di ribellione, ma che tale suo comportamento era determinato da una situazione complessiva di bisogno, di fronte alla quale riteneva di non avere alternativa alcuna. Tali dichiarazioni consentivano ai Carabinieri l’individuazione del responsabile, che, nella nottata di ieri veniva rintracciato presso lo stesso campo nomadi di via Ubaldo Comandini in Roma, proprio mentre era intento a raccogliere le proprie cose, al plausibile scopo di darsi alla fuga, avuta notizia del rintraccio della minore. L’uomo, Costica L. L., del 1980, veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto, poiché ritenuto responsabile dei reati di violenza sessuale e sequestro di persona, posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria capitolina e tradotto presso la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli. Diana, come disposto dalla Procura dei Minori di Roma, invece veniva temporaneamente affidata ad una congiunta. (da comunicato stampa del Comando provinciale dei Carabinieri di Rieti) Foto: (archivio) RietiLife 10 Maggio 2013