“Bando per lo stadio, siamo al paradosso: l’indirizzo della sede legale vale più degli investimenti”

“La procedura di concessione dello Stadio Centro d’Italia – scrivono i consiglieri comunali Gabriele Bizzoca (T’Immagini), Simone Petrangeli, Elena Leonardi, Gilberto Aguzzi, Arianna Grillo (Rieti Città Futura), Carlo Ubertini (P.S.I. – Rieti in Salute – Nome Officina Politica) e Maurizio Vassallo (Per il Bene Comune) –  e delle strutture sportive circostanti (antistadio ed ex Scia) assume ancora una volta contorni poco chiari, e dà adito a inquietanti sospetti”. Del tema e del dubbio ne aveva parlato anche RietiLife (leggi qui).

E continuano: “Lo scorso 12 giugno, ovvero a poco più di una settimana dalla scadenza del bando, il Comune di Rieti ha pubblicato dei chiarimenti ufficiali per le società interessate; uno di questi riguarda l’attribuzione del punteggio in base alla sede legale del club. Nel bando del 22 maggio veniva assegnato un massimo di 10 punti a chi rappresentasse una “squadra di calcio del territorio, con indicazione geografica della Città di Rieti nella denominazione della società sportiva”.

“Il vademecum della scorsa settimana cambia però le carte in tavola, specificando che per i 10 punti è necessario avere la sede legale nel Comune di Rieti: un passaggio totalmente assente nella prima stesura, nemmeno desumibile interpretando quanto riportato. Non sfuggirà che una delle “squadre di calcio del territorio”, la SSA Rieti neopromossa in Serie D, ha sede ad Amatrice, e dunque secondo le direttive del Comune dovrebbe accontentarsi di 5 punti. Lo scarso preavviso costringe ora il sodalizio di Tito Capriccioli a modificare la sede legale in brevissimo tempo per assecondare tale requisito. Una circostanza di cui inevitabilmente beneficia, invece, la Fc Rieti, che si appresta a disputare il campionato di Eccellenza”.

“Il Comune ha senz’altro il potere di stabilire i criteri che ritiene più opportuni, ma a nostro avviso dovrebbe almeno mettere gli interessati in condizione di avere la stessa situazione di partenza, per poi “sfidarsi” sugli investimenti da effettuare sulle strutture. L’ubicazione della sede legale – generalmente poco più che un dettaglio – è invece talmente decisiva da valere quasi la metà del punteggio destinato a chi presenterà il miglior “piano di interventi e investimenti proposti nel quinquennio” (25 punti), senza dubbio la voce più importante in un bando del genere. In questo modo sarà dunque possibile, paradossalmente, garantire un investimento minore ma ottenere la concessione in virtù di una sede collocata in città. Assurdo. Lo Stadio Centro d’Italia è il principale impianto calcistico di tutta la provincia, eppure la “Rieti[1]centricità” del bando è stata palese fin dalla sua pubblicazione”.

“Non a caso viene premiato con un punteggio massimo di 5 punti l’aver svolto “attività di tipo ricreativo sportivo e/o sociale nel quadriennio 2020-2023 destinate alla popolazione in età scolastica, al fine di favorire politiche di conciliazione in favore delle famiglie” ma solo “nel territorio comunale”. Nessuna considerazione per chi, ad esempio, quegli stessi sforzi li aveva profusi al di fuori del capoluogo. L’indirizzo di fondo, insomma, era già chiaro in partenza, e la “puzza di bruciato” piuttosto forte; le ultime specifiche fanno sospettare una volta di più che dietro questo bando si celi una scelta politica ben delineata, tutt’altro che imparziale. Non resta che attendere l’esito finale: ci auguriamo che i nostri rimangano solo “cattivi pensieri”, nell’interesse della città e degli appassionati di calcio” hanno concluso.

Foto: (archivio) RietiLife ©

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