(cr.co.) “Mi gioco qualsiasi gradino del podio a Parigi e voglio il record del mondo a 9 metri” così Mattia Furlani in un’intervista a Eurosport. Il reatino, fresco di prima e seconda prova di Maturità, pensa già alle Olimpiadi di Parigi dopo l’argento ottenuto agli Europei di Roma e ai mondiali indoor. “Sono contento, sono risultati che sapevo di valere e che cerco da tempo – ha spiegato il portacolori delle Fiamme Oro – Sono soddisfatto della mia attuale forma fisica e di come stiamo lavorando in generale, adesso bisogna solo mantenere questo stato fino al momento clou, a inizio agosto”. Allenamenti che vanno avanti a ritmo serrato al Guidobaldi, in compagnia, si fa per dire perché sono distanti, con Marcell Jacobs e il gruppo di Rana Reider.
“È assurdo, due anni fa non mi sarei mai aspettato di partecipare a queste Olimpiadi. Essere lì con gli idoli che ho sempre ammirato e a cui mi sono ispirato, come Tamberi e Jacobs o atleti internazionali che hanno fatto la storia come Andre De Grasse, sarà un onore e un sogno indelebile”. Sogno che diventerà realtà tra meno di due mesi per il lunghista nato Marino (Roma) e detentore del record mondiale U20 con la misura di 8,38 (fatto agli Europei appena passati). Ma le ambizioni sono già alte: Furlani non vuole fare la comparsa: “Sicuramente posso giocarmi qualsiasi gradino del podio – ha detto a Eurosport – Andrò a Parigi cercando di estrapolare il meglio possibile, con il coltello tra i denti. Affrontando la gara step by step”. E poi il vero sogno: “Se un giorno dovessi centrare il record del mondo non vorrei saltare 8.96 o 8.98, l’obiettivo sono i 9 metri. Sennò lo annullo il salto, non avrebbe senso! Sarebbe un sogno superare quella famosa barriera. Lavoro per questo, perché non sognarlo o sognare a metà? Nel mio pensiero c’è sempre, anche perché dopo un record del mondo under 20 viene quello. Quello di Mike Powell di 8.95. Nei prossimi anni l’obiettivo è cercare di avvicinarlo” ha svelato l’atleta azzurro. Obiettivo 9 metri, fa quasi paura anche solo a dirlo.
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Foto: Emiliano GRILLOTTI ©