Omicidio di Campomoro, dopo l’annullamento con rinvio in Cassazione è ripartito il processo in appello

Prosegue senza sosta l’iter giudiziario di una donna brasiliana di 44 anni resasi protagonista, la notte del 25 novembre 2019 – secondo la ricostruzione della Procura – dell’omicidio del marito avvenuto, sempre secondo le ipotesi dell’accusa dopo che la donna avrebbe cosparso di benzina l’abitazione ed a seguito di una vera e propria colluttazione avvenuta con lo stesso e nel quale si è verificato un incendio con il marito della donna morto carbonizzato e la stessa ricoverata con ustioni nel 50% del corpo.

La corte d’assise d’appello di Roma confermando il principale capo di imputazione relativo all’omicidio volontario aggravato del compagno, ha poi contestualmente assolto la donna dal reato di tentato omicidio nei confronti del figlio, con una riduzione della pena detentiva da 24 a 21 anni. La difesa aveva quindi depositato ricorso in Cassazione nel mentre proprio dopo la vigilia di Ferragosto la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma ricorreva avverso l’assoluzione della donna in ordine al tentato omicidio del figlio che ha visto l’assoluzione nel secondo grado di giudizio  perché il fatto non costituisce reato con la conseguente riduzione della pena inflitta.

La Suprema Corte di Cassazione riunitasi  in piena estate  per discutere l’amara vicenda dopo avere sentito le parti interessate ha disposto di annullare la sentenza e rimandare tutto in Corte d’Assise d’Appello.

Sotto la presidenza della dottoressa Cristina Scipioni è partito la seconda fase del processo che dovrà fare luce sulla volontà omicidiaria della donna e su quella che è stata la condotta nei confronti del figlio. Durante la prima udienza sono intervenuti oltre le parti civili anche il Procuratore della Repubblica per chiedere la conferma di quella che fu la sentenza di primo grado poi riformulata.

Per la difesa l’avvocato Antonino Castorina di Reggio Calabria nella sua arringa ha valorizzato la mancanza del dolo nella condotta della donna e l’assenza del nesso tra l’evento morte e la condotta contestata riprendendo gli atti della discovery e le dichiarazioni del perito nominato dal tribunale che effettivamente non dava prova certa di come sarebbe nato l’incendio. Dopo oltre 4 ore di udienza è stato disposto un rinvio a luglio per le contro-repliche del Pm e la decisione.

Foto: RietiLife ©

 

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