Rieti piange Stefano Paolucci, 47 anni, conosciutissimo in città. Nel dolore la sua comunità, quella di Case San Benedetto. Un amico, Diego, gli ha dedicato una lettera che noi volentieri pubblichiamo, ricordando Stefano e stringendoci alla sua famiglia e ai suoi conoscenti.
Ha vissuto nell’ombra Stefano, per l’intero e tortuoso suo cammino di vita terrena, terminato a 47 anni, e nell’ombra ha deciso di andarsene. Mi piace immaginarlo mentre sale.in Paradiso, col suo passo stanco, provato da migliaia di durissime giornate, ma sempre andante. Che piovesse, ci fossero 35° all’ombra o -5° d’inverno, a lui non importava, lo incontravi sempre, o che andava al Macelletto o a Rieti.
Stefano è stato un essere speciale davvero, non per frasi fatte; questo aggettivo se lo è meritato giorno dopo giorno diventando, almeno per il sottoscritto, un esempio non solo per la sua “diversità” che ha sempre affrontato “a muso duro” citando una meravigliosa canzone dell’indeminticabile Pierangelo Bertoli, ma soprattutto per come ha saputo ribellarsi al suo triste destino, dimostrando coraggio, tenacia ed una grandissima voglia di vivere. Oltre a queste qualità, che già ben rappresentano la grandezza della persona, va aggiunta la sua generosità, il suo altruismo, che nonostante tutto dimostrava concretamente ogni qualvolta qualcuno ne avesse bisogno. Credo sia giusto perciò che oggi, tutti coloro che lo hanno conosciuto, lo ricordino così, e magari, rivolgergli un pensiero o una preghiera. Ciao Sté, ci ritroviamo in giro per il Paradiso, se a me toccherà la stessa destinazione, la tua è stata certamente quella.
Diego
Foto: RietiLife ©