“Le inesistenti precipitazioni nevose durante la stagione invernale hanno reso praticamente impossibile avviare la stagione sciistica al Terminillo. La montagna ne ha risentito e non poco. I pochi giorni di apertura degli impianti non possono certo essere stati sufficienti per mettere in moto l’indotto connesso alla neve e dare lavoro a chi di montagna vive. Le presenze turistiche infatti sono state ridotte al lumicino e così le tante attività connesse allo sci sono andate in crisi. Il lavoro stagionale è stato praticamente azzerato. Centinaia le lavoratrici e i lavoratori che non hanno potuto contare sull’unica risorsa di sostentamento”. Lo dice la Uil di Rieti e della Sabina romana.
“A tutte queste persone che avrebbero potuto avere un contratto nei bar, nei ristoranti, negli alberghi, come maestro di sci, come personale degli impianti – fa sapere il sindacato di viale Matteucci – oppure presso i nolo sci o la vendita di abbigliamento sportivo, spetta un dignitoso e giusto ristoro. E vista da questa prospettiva la Regione Lazio con l’assessore al lavoro Giuseppe Schiboni dovrà fornire al più presto risposte assicurando il necessario ristoro. E’ chiaro però che i fondi non sono infiniti e quindi si dovrà fare molta attenzione ad erogarli a lavoratrici e lavoratori che effettivamente ne hanno diritto, perché un conto è vivere la montagna e la connessa stagione invernale come unica fonte di reddito, un altro è considerarla come una passione che sconfina in altro lavoro”.
“In questo territorio il lavoro scarseggia – conclude la nota – lo testimoniano le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e febbraio 2024 (219mila), erano state 89mila nel primo bimestre del 2023. Un dato che fa riflettere e che consiglia tutti di aiutare chi effettivamente ne ha bisogno, come appunto le lavoratrici e i lavoratori che sulla stagione invernale del Terminillo contano per sopravvivere”.
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