Un sabato tanto importante quanto speciale per il territorio e per la comunità: il 16 marzo, tra entusiasmo e grandi emozioni, è stata infatti inaugurata la sala dedicata al prezioso corredo funerario della Tomba XI della Necropoli di Colle del Forno, insieme al celebre Carro del Principe di Eretum. Il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina, dopo anni di lavoro sinergico e scrupolosa attenzione, ha finalmente accolto il reperto che non solo rappresenta un patrimonio inestimabile per la Sabina, ma simboleggia anche il frutto di un recupero (seguito da un’operazione di cura e restauro) reso possibile dal lavoro sinergico del Comune di Fara in Sabina e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti. E, dopo una settimana dal giorno dell’inaugurazione che ha presentato a tutti i presenti la sala che ospita il celebre Carro di Eretum e i suoi preziosi reperti, il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina ha registrato un grande successo di presenze: persone curiose ed entusiaste di conoscere una delle pagine più affascinanti e travagliate della storia dell’archeologia e che hanno deciso di visitare il Museo che custodisce la storia della civiltà dei Sabini.
A partire da domenica scorsa, 17 marzo, tutti hanno infatti la possibilità di approfondire la conoscenza e ammirare i reperti della nuova sala museale. Le visite guidate sono previste dal giovedì alla domenica ai seguenti orari: 10:00, 11:30, 14:00, 15:30 e 17:00. Invece, dal lunedì al mercoledì, si potranno eseguire su prenotazione. Per qualsiasi informazione o chiarimento si può visitare il sito web (www.visitfarainsabina.it), mandare una mail all’indirizzo [email protected] oppure chiamare ai numeri 0765 277321 e 380 2838920.
Il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina
Il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina è uno dei punti di riferimento per la conoscenza della civiltà dei Sabini, in quanto conserva i materiali provenienti dai due centri più importanti della Sabina Tiberina: Cures ed Eretum. Allestito a partire dal 2001 all’interno del rinascimentale Palazzo Brancaleoni (sito in piazza del Duomo) ha visto – nel corso degli anni – le sue collezioni ampliarsi, grazie agli scavi effettuati con regolarità proprio a Cures ed Eretum. Il cospicuo aumento del numero dei materiali ha reso necessario nel corso del tempo l’allestimento di nuove sale: la sala della Scrittura, interamente dedicata al cippo inscritto ritrovato nel greto del Fiume Farfa, e la sala dedicata alla Tomba XXXVI di Colle del Forno.
Della fase rinascimentale, l’edificio conserva intatta la facciata della prima metà del ‘400, mentre gli interni sono stati pesantemente ristrutturati dai successivi proprietari: al tardo barocco possono essere ascritti gli affreschi di una delle sale, dipinti con motivi a grottesche come si usava nei piani nobili delle case di fine ‘700.