I tempi d’attesa troppo lunghi sono la criticità più importante del sistema sanitario laziale, da cui discende anche il ricorso alla sanità privata. Ma per il resto, il SSR seppur migliorabile, rimane apprezzato dalle persone e gli interventi sono descritti generalmente efficaci, anche se non manca chi lo considera di scarsa qualità. È quanto emerge dal sondaggio “La sanità del Lazio oltre l’emergenza: al centro le persone ed il lavoro”, realizzato dalla Cisl del Lazio e presentato allo Spazio eventi a Roma. Il sondaggio si pone l’obiettivo di conoscere lo stato di salute della sanità laziale attraverso la percezione degli utenti e dei lavoratori del Servizio Sanitario Regionale. La centralità del Medico di medicina generale come punto di accesso di cura emerge chiaramente come prima scelta di utenti e lavoratori, seguito dal medico privato e dai pronto soccorso. Per quanto riguarda le tempistiche, per il 40 per cento delle persone è “molto difficile fissare un appuntamento secondo le necessità, e per il 32 per cento degli utenti è un po’ difficile”. I lavoratori del sistema sanitario regionale hanno risposto per un 42 per cento con “un po’ difficile” e per il 31 per cento con “né facile, né difficile”, si legge nel rapporto. Alla presentazione sono intervenuti anche il segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra e il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
“Dalla nostra ricerca emerge che il primo problema per 7 cittadini del Lazio su 10 è quello delle liste di attesa. Un’emergenza vera e reale. Va fatto un potente investimento sulle persone, dove c’è ancora una grandissima carenza. La sanità possiamo farla solo attraverso infermieri, medici e tutto il personale del comparto – ha detto il segretario generale della Cisl del Lazio, Enrico Coppotelli -. Roma ha delle eccellenze rilevanti e quindi è chiaro che ci sono differenze tra la Capitale e gli altri territori. Dobbiamo continuare ad agire, e il presidente Rocca lo sa, per alzare il livello della sanità delle altre province laziali”.
Dal canto suo, il segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra ha sottolineato che servono “più investimenti, una buona programmazione e progettualità, assicurare il diritto alla salute e poi assumere medici, infermieri, personale sociosanitario, tagliare le liste d’attesa e fare un potente investimento sulla medicina territoriale: è la grande partita della prevenzione, della ricerca, e dell’integrazione dei servizi – ha detto -. È positiva l’apertura al dialogo dimostrata in più occasioni dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l’avvio del tavolo permanente con i sindacati sul piano assunzioni, stabilizzazioni e internalizzazioni del comparto sanitario”, ha concluso Sbarra.
Nel rapporto della Cisl regionale emerge che il medico di medicina generale è il professionista a cui vengono indirizzate le persone dal personale medico e dal personale sanitario in generale (68 per cento). Per la presa in carico nelle strutture sanitarie, il giudizio degli utenti è per il 32 per cento molto positivo, mentre il 40 per cento la reputa “sufficiente” e solo il 7 per cento la giudica “scarsa”. Anche i lavoratori del SSR danno (al 45 per cento) un valore positivo di sufficienza, con un 24 per cento di persone che la giudica invece “non sufficiente”. La sanità, per gli utenti, risulta “affidabile” (al 12 per cento), “efficace” (al 38 per cento) e “poco efficace” (al 33 per cento). I lavoratori del sistema sanitario danno un giudizio leggermente differente con un valore di “efficace” al 30 per cento e di “poco efficace” al 40 per cento, mentre il 13 per cento la valuta “di scarsa qualità”.
Analizzando i dati provinciali (Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo) emerge che i giudizi a livello generale sono di soddisfazione, con un 30 per cento “abbastanza soddisfatto” e un 40 per cento neutrale, e solo il 5 per cento si dichiara “molto insoddisfatto”. A Viterbo il picco di maggiore soddisfazione con il 5 per cento di persone “molto soddisfatte”, a Latina il valore minimo dell’1 per cento di persone “molto insoddisfatte”. I lavoratori invece danno un giudizio leggermente inferiore attestandosi neutrali con un “né soddisfatto/a né insoddisfatto/a” al 43 per cento. In termini di accessibilità, accoglienza e macchinari, le percezioni degli utenti sono abbastanza positive. In particolare, secondo l’indagine della Cisl Lazio, si registrano: per il 35 per cento del campione luoghi “accessibili” o “abbastanza accessibili“(37 per cento); “ambienti accoglienti” (54 per cento); ”macchinari moderni” (24 per cento) o ”abbastanza moderni” (43 per cento). I lavoratori del sistema sanitario danno giudizi nel complesso più o meno equivalenti: luoghi “accessibili” (22 per cento) o “abbastanza accessibili“ (44 per cento); “ambienti accoglienti” (48 per cento); ”macchinari moderni” (15 per cento) o ”abbastanza moderni” (40 per cento). Per quanto riguarda gli spazi d’attesa, il 26 per cento degli utenti li ritiene confortevoli; il 32 per cento con “abbastanza” e il 33 per cento per cento negativamente.
E’ infine positiva la valutazione delle relazioni tra gli utenti e gli operatori. Il 79 per cento delle persone reputa “gentile” il personale sanitario e un 8 per cento lo considera addirittura “molto gentile”. Dall’altro lato, i lavoratori pensano che gli utenti siano decisamente collaborativi. Inoltre, gli interventi del personale sanitario (medici e addetti alle professioni sanitarie) sono considerati per il 28 per cento degli utenti “di alta qualità” e per il 60 per cento “di media qualità”. Altra criticità evidenziata dal sondaggio del Cisl Lazio, è il passaggio dalla sanità pubblica alla sanità privata. Circa l’80 per cento delle persone dichiara di essersi dovuta rivolgere negli ultimi anni alla sanità privata, così come il 59 per cento dei lavoratori sanitari ha dichiarato di aver dovuto mandare un proprio paziente nel privato. I tempi di attesa lunghi e la migliore qualità della sanità privata sono segnalati tra le ragioni principali di queste scelte. In generale, le maggiori criticità riscontrate dagli utenti riguardano la tempistica (72 per cento), la logistica (15 per cento), il personale (14 per cento), i costi (12 per cento) e la competenza (9 per cento). I lavoratori chiedono più personale per ottimizzare il servizio (73 per cento), una retribuzione adeguata (79 per cento) e più formazione del personale (43 per cento). Infine, dall’indagine emerge che l’83 per cento degli utenti chiede che si migliorino i tempi d’attesa, mentre il 27,5 per cento i macchinari.
Lo comunica, in una nota, la Cisl del Lazio.