(di Cristian Cocuccioni) Maglia della Lazio di cui è stato capitano nella Primavera e che lo ha ricordato con una nota sui social. Maglia del Football Club Rieti, società di cui è stato tecnico delle giovanili. È entrato così in chiesa a Sant’Agostino il feretro di Andrea Guadagnoli, stroncato da un malore mentre praticava uno sport che da pochi anni era diventata la sua passione, il padel. Aveva 51 anni e lascia i genitori Anna e Luciano e il fratello Fabrizio. Un ultimo saluto molto partecipato: a dimostrazione di quello che ha lasciato Andrea nel cuore di tanti reatini e non.
A celebrare l’omelia il parroco di Villa Reatina, Jean Baptiste Sano: “Non ci sono parole per descrivere il dolore del quartiere e della città. Caro Andrea la vita sa essere meravigliosa ma a volte accade l’impensabile. Ognuno dei suoi amici mi ha confessato di vivere un incubo. Eppure la tua dipartita rende tutto vero. I ragazzi non vedevano solo un mister, ma una spalla, un punto di riferimento. Che le nostre domande si trasformino in preghiera. Parliamone con Dio di questa tragedia. A lui piace rispondere con amore e tenerezza” ha concluso. Un pensiero arriva anche dal nipotino di Andrea, che davanti a centinaia di persone ha letto una lettera: “Potevi insegnarmi a fare molte cose, come giocare a calcio – ha detto il piccolo Samuele – Bello quando mi facevi gli scherzi. Rimarrai sempre con noi e nei nostri cuori. Ps: spero che con gli angioletti starai bene. Ti voglio bene”. Andrea Guadagnoli, una persona che è stata di riferimento per ogni amico che ha avuto l’onore di passare del tempo con lui: “Ci hai dato il piacere di godere della tua conoscenza. Eri una persona che affrontava la vita in maniera positiva – legge commosso un amico e collega – La disponibilità la prima tua qualità da apprezzare. Ti ricorderemo per sempre”.
“Non ci si ricorda mai come ci si conosce ma io lo ricordo: grazie ai nostri padri – racconta commosso Giuseppe Figorilli, al quale Andrea ha fatto da testimone nel giorno delle sue nozze – Nei banchi di scuola, che bei ricordi. La tua passione l’hai trasmessa a me. Non ho mai smesso di seguirti nei campi di calcio minori. Quando ci si conosce in giovinezza si ha paura di perdere i rapporti ma noi no. Sei stata la mia spalla, il mio testimone. Ne abbiamo passate tante e ci sei sempre stato. Mai avrei pensato che ci avresti lasciato. Caro amico mio prometto che sarò sempre presente per i tuoi famigliari. Un tiro mancino ad effetto e che non dovevi giocarci. Sarai sempre il mio Andrea”. Infine all’uscita del feretro da Sant’Agostino, palloncini e fumogeni bianchi e azzurri hanno colorato un cielo troppo sereno, per un dolore troppo grande per la città.
Foto: Cocuccioni ©