A Rieti, Cittaducale e Fara in Sabina imu all’aliquota massima nelle aree industriali

Amministrazioni comunali di Rieti, Cittaducale e Fara in Sabina sostanzialmente allineate per quanto riguarda l’Imu, con l’applicazione dell’aliquota massima prevista dalla legge o, comunque, superiore a quella base. Differenziazione invece per la Tari, dovuta anche alla più ampia flessibilità consentita dalla normativa, sia nella determinazione della tariffa sia nella previsione di eventuali riduzioni ed esenzioni. È quanto emerge dal monitoraggio sul carico impositivo fiscale nelle aree industriali dei tre comuni, realizzato da Unindustria in collaborazione con la Fondazione Bruno Visentini e con il contributo della Camera di Commercio di Rieti e Viterbo, e presentato oggi nella sede di Unindustria.

La ricerca, giunta alla quarta edizione, per la provincia di Rieti ha preso in analisi, appunto, i Comuni di Rieti, Cittaducale e Fara in Sabina, oltre ad alcuni comuni del Viterbese: nei precedenti tre studi, invece, sono stati analizzate arre industriali ricomprese nelle province di Roma, Frosinone e Latina. L’anno di riferimento è il 2022. Sui comuni analizzati è stata realizzata una simulazione, basata sull’individuazione di edifici-tipo, per confrontare il peso dell’imposizione fiscale. Per alcune aree industriali, infine, è stato calcolato un indicatore descrittivo della qualità dei servizi locali, con un focus particolare sulle performance dell’area industriale del Comune di Rieti che, nonostante le difficoltà di accessibilità del capoluogo, ha registrato un livello particolarmente rilevante di qualità dei servizi percepiti. Lo studio completo è disponibile sul sito di Unindustria.

Il lavoro si inserisce nella più ampia progettualità di Unindustria volta alla valorizzazione delle aree industriali, attraverso l’ascolto delle aziende del territorio e mira a fornire ulteriori spunti sul tema del legame tra esborsi (fiscalità locale) delle imprese e ritorno in termini di servizi pubblici erogati dall’amministrazione. L’obiettivo è offrire una fotografia sulla quale confrontarsi insieme al decisore pubblico per individuare le azioni prioritarie necessarie a rilanciare le aree produttive della regione.

Dallo studio emergono livelli sostanzialmente simili per l’Imu a Rieti, Cittaducale e Fara in Sabina: per un capannone piccolo nei tre Comuni l’imposizione è pari a 13.872 euro, per un capannone medio è di 46.377 euro e per un capannone grande è pari a 159.774 euro.

Sostanziali differenze, invece, per la Tari. L’imposizione per un capannone piccolo a Cittaducale è pari a 7.163 euro (che, sommato al dato sull’Imu, porta a 21.035 euro di imposizione fiscale), di 2.334 euro a Fara in Sabina (16.206 la somma con l’Imu) e 9.614 euro a Rieti (totale, con l’Imu, a 23.486 euro). Per un capannone medio il costo per le imprese è di 34.002 euro a Cittaducale (con l’Imu si arriva a 80.379 di imposizione fiscale), 11.079 euro a Fara in Sabina (57.455 con l’Imu) e di 45.368 a Rieti (92.015 in totale). Per un capannone grande, infine, a Cittaducale si paga di Tari 109.203 euro (totale con l’Imu a 268.977 euro), 35.580 a Fara in Sabina (totale con l’Imu 195.355) e 146.573 a Rieti (totale con l’Imu 306.347).

“Il carico impositivo e la qualità dei servizi locali sono variabili determinanti nelle scelte delle imprese”, ha dichiarato Marco Pezzopane, Presidente del Comitato Piccola industria di Rieti, durante la presentazione dello studio. “Il livello di fiscalità locale e le tariffe dei servizi degli enti locali rappresentano due leve di valorizzazione delle aree industriali, in quanto fattori discriminanti della capacità del territorio di mantenere i capitali esistenti e di attrarre nuovi investimenti.  Si tratta di costi che gravano sulle imprese e, in assenza di servizi pubblici efficienti, rischiano di rendere poco competitivo il territorio”.  “Dobbiamo rendere il Reatino più attrattivo ed appetibile dal punto di vista industriale e lo possiamo fare solo di concerto con gli enti territoriali perché riteniamo che la sinergia tra i diversi attori sia molto importante. Lo studio, per il quale ringrazio la Fondazione Visentini e la Camera di Commercio di Rieti e Viterbo, va proprio nella direzione giusta in quanto, partendo da dati esistenti, contribuisce ad indicare i punti dove intervenire”.

 

 

Print Friendly, PDF & Email