Una lettera, da parte di un romano che ha una proprietà al Terminillo, che ha voluto ribadire la vicinanza alla Coppa Carotti per le recenti polemiche sollevate dalla Pro Loco di Terminillo per la scelta della data della gara e non solo (leggi):
“Debbo spiegare una doverosa premessa al fine di qualificare la mia posizione circa i fatti di missiva: sono un romano che, come tanti miei concittadini, è proprietario di una casa di villeggiatura al Terminillo (acquistata negli anni 60 dai miei nonni e che, dunque, si tramanda da tre generazioni e, anzi, da quattro considerando anche la mia bellissima figlia settenne) che a “lu monte” associa tanti bellissimi ricordi e che considera questo luogo come suo buen ritiro e posto magico troppo spesso sottovalutato. Sono, però, anche un pilota che da quando ha staccato la licenza (ormai nel lontano 2003) si è sempre impegnato nella velocità in salita, a mio avviso la disciplina motoristica più bella e ancestrale, dove conta ancora la bravura del “manico” e non solo il motore, dove adrenalina e natura si combinano in un’eterna lotta tra l’uomo e la montagna.
Sono, in ultimo, un pilota di cronoscalate perchè mi sento terminillese, perchè fin da piccolo i miei genitori mi hanno portato a vedere la Coppa Carotti, perchè, dunque, il mio sogno è sempre stato emulare le gesta dei gandi locals del passato e non, da “Giuseppe” a Ciferri, da Salvatori a Russo, dagli Scappa a Grifoni a Giobbi fino a Perotti che ho, peraltro, scelto da anni come mio preparatore. Insomma, la querelle che ci occupa dilania il mio cuore e la trovo illogica perchè da sempre (o comunque da 30anni a questa parte) gli operatori del Terminillo vivono la gara come un fastidio senza comprendere la motivazione. Fin da quando è stato pubblicato il calendario della velocità in salita 2024 e, indi, si è appurato che la Rieti – Terminillo si sarebbe disputata nel weekend del 4 agosto ho ipotizzato che la circostanza avrebbe creato malumori e quanto ho letto sulla Sua testata nei giorni scorsi ha confermato i miei timori (che, a ogni modo, si sono rinforzati tardivamente e, curiosamente, solo nelle immediate vicinanze della conferenza stampa di presentazione della manifestazione tenuto conto che la data della gara è nota da due mesi …). Ciò che è occorrendo, d’altronde, rimarca le sollevazioni del 2020 (già oggetto di mia di allora), anno in cui la Coppa Carotti si sarebbe dovuta tenere sempre ad Agosto salva la sopravvenienza della pandemia mondiale che, causando l’annullamento della gara, ha consentito di evitare le barricate. Vado alle ragioni della protesta.
Si dice “non siamo stati coinvolti”, ma – oltre al fatto che mi consta ben altra situazione – deve essere chiaro che non sia l’ACI di Rieti a scegliere la data di disputa della competizione, bensì è l’Autorità sportiva a ciò disporre perchè non ci troviamo innanzi a una gimkana di paese nel corso di una sagra, ma di una manifestazione di un calendario nazionale verso la quale deve essere riconosciuto rispetto e valenza assoluta. Si aggiunge che la Coppa Carotti sia ormai prossima alla morte e sempre meno appetita e qui mi pongo una domanda: a che pro denigrare una competizione che come tutte quelle motoristiche odierne che non siano di primo piano sta vivendo una crisi economica pari (se non peggiore) a quella del 1929 e che cerca di restare viva? La gara non è in crisi, è in crisi tutto il settore delle gare su strada e, anzi, la bellezza della Carotti, quale il suo tracciato lungo e da “pelo sullo stomaco” è purtroppo per il pilota moderno il suo handicap, perchè di concorrenti veri che non hanno paura di affrontare 12 km. in un respiro e che accettano il rischio di arrivare al traguardo a tanti secondi del vincitore ce ne sono sempre meno, mentre sempre di più sono i cronoscalatori che preferiscono i tracciati corti, dove i rischi, anche di figuracce, sono inferiori. Curioso è, pertanto, che gli imprenditori del Terminillo – invece che difendere un vanto della località – lo denigrino sull’onda del principio imperituro per la quale “nemo propheta in patria est”.
Si conclude eccependo che, con la gara, i villeggianti sarebbero reclusi in casa, ma ciò non è. Chi sceglie il Terminillo come luogo di vacanza, lo fa per passeggiare o fare sport, non per andare su e giù tra Lisciano e Pian de’ Valli in macchina o a piedi sull’asfalto. Con la gara che arriva alla “curva della Marina” e non più a Campoforogna chiunque è libero di godersi i sentieri di montagna, di praticare sport ai Cinque Confini, di prendere il sole sui prati, di far giocare i bambini in paese, di godersi un aperitivo da Luciano e via dicendo. Le macchine da corsa al parco chiuso davanti al Bar Roma sono un quid in più nella stagione estiva del Monte e non una vessazione mortifera. Peraltro mi sorge un quesito: perchè i terminillesi, in luogo che criticare la gara, non la calendarizzano come evento da regalare ai villeggianti? Perchè non organizzano eventi collaterali? Negli anni della mia giovinezza la Coppa Carotti rendeva viva la montagna, i piloti in gran parte dormivano a Pian de Valli, il paese era popolato di carrelli e bisarche. Che ne è di quel passato?
Perchè non accettare che la Coppa Carotti ha contribuito a portare il nome del Terminillo in Italia e in Europa? Perchè non comprendere che la gara porta corridori, meccanici, assistenti e spettatori che ormai soggiornano e mangiano a Rieti dato che “su” nessuno li vuole? So che le parole da me articolate mi attireranno molto antipatia tra i miei tanti amici terminillesi, ma ho ritenuto necessario proferirle perchè avversare la gara potrebbe comportarne il decesso (come se non bastassero le difficoltà esterne che l’organizzatore ogni anno deve affrontare) e, con ciò, la perdita dell’ennesima chance di sopravvivenza della località. Amiamo e difendiamo la gara, restiamo uniti … lo dice un romano che sente Rieti e il Terminillo come suo secondo focolare e, soprattutto, un cronoscalatore certamente disinteressato a difendere a spada tratta l’ACI perchè proprietario di una Saxo VTS gruppo A che con le riforme che entreranno in vigore quest’anno nella velocità in salita e, dunque, con la titolazione della Coppa Carotti a manifestazione del neonato campionato Supersalita sarà limitato e non certo favorito potendo con la sua macchina disputare una sola manche di prova. Non trattasi, dunque, di tutelare le persone o gli enti preposti a organizzare la gara, ma di salvaguardare quest’ultima come bene assoluto e fregio del Terminillo.
Lunga vita alla Carotti in secula seculorum!”
Foto: RietiLife ©