Corti galeotti in tour tra letteratura e cinema: una selezione di video realizzati dalle allieve detenute del carcere femminile di Rebibbia a Roma, ispirati a romanzi, graphic novel e poesie. Un modo per vincere la marginalità e il disagio sociale attraverso il cinema che sperimenta e crea ponti tra il mondo del carcere e il pubblico all’esterno.
L’appuntamento è mercoledì 20 dicembre a Rieti, all’Open Hub Lazio, ore 17. Per l’occasione saranno proiettati i bookciak: corti sperimentali di massimo tre minuti, ispirati ai libri di autori italiani e di case editrici indipendenti e realizzati all’interno del femminile G. Stefanini di Roma, dalle stesse allieve-detenute.
I corti nascono nell’ambito del laboratorio cine-letterario Bookciak a Rebibbia, giunto alla V edizione e realizzato dall’Associazione culturale Calipso, impegnata da 12 anni nella promozione della sinergia tra cinema e letteratura, attraverso il premio letterario Bookciak Legge (in collaborazione con CEPELL, Più Libri più Liberi, FICE, ADEI e patrocinio dell’Assessorato alla cultura del Comune di Roma), quello audiovisivo Bookciak, Azione! evento di pre-apertura delle Giornate degli Autori veneziane (col sostegno di MIC, Spi-CGIL, LiberEtà Edizioni. In collaborazione con Giornate degli Autori, SNGCI, ANAC, Premio Zavattini, Premio Solinas, Nel Blu Studio, FICC); il quotidiano culturale online, Bookciak Magazine, l’unico dedicato a tutto il cinema di derivazione letteraria.
L’Associazione Calipso, presieduta dalla giornalista e critica cinematografica Gabriella Gallozzi, promuove e realizza da cinque anni Bookciak a Rebibbia, grazie alla felice collaborazione con il Liceo Artistico Statale Enzo Rossi presente anche all’interno del carcere femminile di Rebibbia con una sua sezione speciale, la R.accompagnata dai docenti Lucia Lo Buono e Claudio Fioramanti. La direzione artistica dell’iniziativa è affidata a Domiziana De Fulvio, regista e vice presidente dell’Associazione Calipso.
Ad accompagnare la proiezione dei “Bookciak galeotti” sarà l’attrice Claudia Frisone che leggerà una selezione di brani tratti dai libri ai quali sono ispirati i corti. Mentre la docente Lucia Lo Buono racconterà al pubblico l’esperienza del lavoro in carcere e, soprattutto, l’importanza della creatività come strumento di emancipazione per le filmmaker detenute.
Gabriella Gallozzi e Domiziana De Fulvio, a loro volta, testimonieranno il lavoro dell’Associazione Calipso non solo come veicolo di promozione per la sinergia tra cinema e letteratura ma anche come spazio legato a realtà sociali e fucina di giovani talenti.
Tra i corti delle ragazze di Rebibbia spiccano quelli realizzati durante i due anni di Covid che, all’interno del carcere, sono stati più drammatici a causa dell’isolamento nell’isolamento. Così come testimoniano Tempo fermo (da Gli occhi degli alberi e la visione delle nuvole di Chicca Gagliardo e Massimiliano Tappari, Hacca, 2020), tre minuti di pura emozione attraverso una Babele di lingue e volti, e Penelope a Rebibbia in cui i racconti di resistenze tutti al femminile della scrittrice Veronica Passeri, hanno suggerito similitudini con le resistenze vissute all’interno dalle ragazze durante il confinamento.
E ancora La leggenda del migrante-tradizione orale (da Io marinaro, la vita avventurosa di un migrante del mare, Edizioni LiberEtà 2018) che ci offre la loro personalissima interpretazioni degli sbarchi nel Mediterraneo, o la guerra dei Balcani vissuta da tante di loro di origine Bosniaca (Volti) dal fumetto di Laura Scarpa, War painters, 1915-1918. Come l’arte salva dalla guerra o, ancora i sogni e i desideri possibili vissuti proprio grazie alla creatività, che in parte rende libere, così come ci raccontano in Scarpe, uno dei corti più vitali e riusciti del 2018, ispirato ai racconti di Elvis Malaj, Dal tuo terrazzo si vede casa mia.
Chiude la preziosa collana di corti galeotti El Chuño Los Andes a Rebibbia, bookciak realizzato quest’anno. Appena tre minuti di immagini e musica in cui emerge la loro particolare visione da dietro le sbarre del ricordo di fuori, tra montagne e foreste a partire dalla raccolta di poesie Sacro e urbano di Isabella Capurso (Gattomerlino).
Foto: RietiLife ©