Non è piacevole scorrere una classifica e trovare Rieti sempre più in basso. E’ accaduto pochi giorni fa per l’indagine di Italia Oggi sulla qualità della vita delle città italiane, nella quale il capoluogo reatino è collocato alla ottantesima posizione, rispetto alla sessantuesima dell’anno precedente. Non è piacevole registrare questo scivolone, ma purtroppo non ci sorprende. Lo scrive in una nota La Uil di Rieti e della Sabina Romana.
“Da una nostra ricerca su dati Inps relativa ai lavoratori del settore privato escluso quello agricolo – ricorda Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – dei seimila rapporti di lavoro attivati nel primo semestre di quest’anno soltanto 938 sono stati quelli a tempo indeterminato, quasi 2500 quelli a termine e 317 quelli di apprendistato, gli stagionali sono stati 108, 2.090 quelli in somministrazione e 138 gli intermittenti”.
Parliamo di stipendi medi annuali di poco più 16mila euro, un valore che rappresenta quello più basso tra le cinque province del Lazio, dove mediamente il compenso è di circa 22mila euro. Passando all’analisi di genere, notiamo come le lavoratrici nel 2021 abbiano ricevuto circa seimila euro in meno l’anno rispetto ai colleghi uomini.
“Non solo – prosegue l’esponente sindacale – nel 2022 l’occupazione è scesa dell’1 per cento. Complessivamente – tra pubblico e privato – sono state 55.700 le persone occupate, contro le 56.300 del 2021. Una flessione che non accenna ad arrestarsi, se si considera il periodo precedente alla pandemia quando gli occupati raggiungevano le 58 mila unità Seicento tra lavoratrici e lavoratori sono stati espulsi dal mercato del lavoro, 400 ne avevamo già persi nel 2021”.
“Criticità su criticità – aggiunge Paolucci – Abbiamo visionato molti contratti dei nostri iscritti, scoprendo che tanti di loro lavorano poco più di un’ora a settimana, altri per quattro. Alcuni invece riescono a racimolare in totale soltanto qualche giorno al mese. Le retribuzioni si attestano sui sette euro lordi l’ora, cifre che con difficoltà concorrono ad assicurare alle persone una esistenza libera e dignitosa per sé e per la famiglia. Ma ciò che risulta davvero fuorviante è che per le fredde statistiche basta poco più di un’ora a settimana per considerare una persona occupata”.
“E’ chiaro che per disinnescare una situazione così esplosiva – conclude l’esponente sindacale – occorre l’impegno di tutte le istituzioni. Comune, Regione e Governo nazionale. Rilanciare il territorio deve essere una priorità. Sotto questo aspetto chi siede a Palazzo comunale è chiamato a mettere in campo azioni in grado di sviluppare e attrarre investimenti. Dopo il periodo dell’insediamento e del rodaggio, adesso è il momento delle responsabilità che si traducono in scelte e che tracceranno la strada della Rieti del futuro”.
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