I Sindaci del cratere del Sisma del 2016 del Centro Italia sono stati ricevuti in Vaticano in udienza privata da Papa Francesco. Un incontro fortemente voluto dal Commissario alla Ricostruzione, Sen. Guido Castelli. Presenti anche il Vescovo di Rieti Mons. Vito Piccinonna, l’Assessore Regionale Lazio alla Ricostruzione Manuela Rinaldi, la vice presidente della Regione Lazio Roberta Angelilli, il Prefetto di Rieti Pinuccia Niglio e il Soprintendente Lisa Lambusier. oltre al presidente della Provincia di Rieti, Roberta Cuneo. Il Sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, a margine dell’udienza privata: “E’ stato particolarmente emozionante oggi ricevere l’abbraccio di Papa Francesco per tutto il cratere del sisma 2016. L’udienza, alla quale abbiamo partecipato insieme alla delegazione del Lazio – composta, tra gli altri, dal Prefetto Pinuccia Niglio, dal Commissario Straordinario al Sisma Guido Castelli, dai Sindaci, dal Presidente della Provincia di Rieti Roberta Cuneo, dal Vescovo S.E.Mons. Vito Piccinonna, e dagli assessori regionali del Lazio Roberta Angelilli e Manuela Rinaldi – è l’ennesimo segnale di vicinanza e conforto che il Santo Padre ha voluto riservare alle terre del centro Italia che hanno bisogno di tenere le luci accese per poter alimentare le speranze delle proprie popolazioni in un futuro migliore. Immensamente grati a Papa Francesco che non ha mai smesso di interessarsi alle sorti dei Comuni del cratere”.
“E’ stato un grande onore essere ricevuto dal Santo Padre che con questo gesto ha voluto mantenere alta l’attenzione sulla ricostruzione: è ancora vivo il ricordo della sua visita Cittareale già il 4 ottobre del 2016”. Dichiara il Sindaco di Cittareale (RI) Francesco Nelli, presente in udienza. “Il Papa ha sottolineato il nostro impegno a servizio della Comunità e quindi del prossimo ed in particolare dei più fragili. La via della ricostruzione seppur complicata e lunga –prosegue– deve essere svolta tutelando la sicurezza dei lavoratori e nella piena legalità degli atti ed ha apprezzato lo spirito con la quale la stiamo affrontando. Essa è incentrata in particolare a scongiurare la deantropizzazione, mettendo al centro la persona e l’ambiente, nel rispetto anche dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Un obiettivo possibile se si lavora in sinergia con tutti i livelli di governance e nel nostro comune –continua Nelli– stiamo portando avanti molti importanti progetti. L’obiettivo è quello di rendere attrattivo il paese, sia per nuovi investimenti che nel rivalutare la sua vocazione turistica, estiva ed invernale, puntando sulla bellezza e la ricchezza del nostro ambiente, con le sue peculiari biodiversità. Fino a che tutto non sarà ricostruito non dobbiamo far scendere l’attenzione. Sono grato al Santo Padre e a tutti coloro che hanno lavorato per organizzare questa giornata per il segnale che ha inteso dare” conclude il Sindaco di Cittareale Francesco Nelli.
“Quella di oggi è stata una giornata davvero speciale, di forte spiritualità che ha dato ulteriore linfa all’unità e alla coesione che lega la grande comunità dell’Appennino centrale, oggi riunita in udienza con Sua Santità Papa Francesco. Questa esperienza, che porterò sempre con me, ha reso palese il senso di quel ‘metodo sinodale’, che significa ‘camminare insieme’, attraverso il quale dobbiamo com-piere l’opera di ricostruzione e di riparazione dell’Appennino centrale. Dopo undici mesi da Commissario i dati parlano finalmente di un cambio di passo. Vedere riuniti insieme tutti i livelli degli enti locali, dai Pre-sidenti delle quattro Regioni del sisma ai 138 Sindaci del cratere, i Vescovi delle nostre diocesi, i Prefetti, i Rettori e i rappresentanti delle professionalità tecniche che contribuiscono alla grande opera alla quale siamo chiamati, restituisce il modo evidente il senso del ‘camminare insieme’ verso un futuro di nuova speranza e di sviluppo per le nostre comunità”. Lo dichiara il Commissario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, che oggi in Vaticano ha preso parte all’udienza privata in Vaticano con Papa Francesco. “Il Santo Padre ha rivolto parole di vicinanza e di sostegno nei confronti delle nostre comunità, verso le quali, sin dal 2016, ha manifestato grande vicinanza ed empatia. Nel suo intervento Papa Francesco ha toccato temi decisivi, che riguardano molto da vicino il lavoro che quotidianamente svolgiamo. In partico-lare – aggiunge Castelli -, quello legato alla sostenibilità ambientale, che è strettamente connessa con la ricostruzione nel cratere, che si sviluppa attraverso il rinnovo del nostro patrimonio edilizio. Non a caso anche noi, così come Papa Francesco, saremo alla Cop 28 a Dubai dove la Struttura commissariale pre-senterà il suo modello di ricostruzione: una buona prassi che prevede di affrontare e gestire l’avanzare della crisi climatica favorendo la presenza dell’uomo e il ripopolamento di questi territori. Il contrasto alla crisi demografica, che da tempo affligge l’Appennino centrale, e il contrasto alla crisi climatica sono due facce della stessa medaglia. Particolarmente rilevante è il fatto che il Sommo Pontefice ha fatto riferimento al Programma NextAppennino, la strategia tesa ad accompagnare il rilancio economico e sociale alla ricostruzione materiale. Le persone che voglio restare, o venire a vivere in queste terre, devono beneficiare di adeguati servizi, opportunità di lavoro e condividere un ambiente comunitario. Attraverso NextAppen-nino è proprio ciò che stiamo facendo. Il carattere ‘comunitario’ che abbiamo dato a questa ricostruzione è davvero il tratto distintivo che è alla base del cambio di passo che abbiamo impresso alla ricostruzione. Poter ascoltare insieme le esortazioni e le parole di sostegno di Papa Francesco – conclude il Commissario – ci fa tornare a casa arricchiti nello spirito e ancora più di desiderosi di compiere il nostro dovere fino in fondo, senza risparmiarci mai”.
IL DISCORSO DEL PAPA
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi accolgo in questo vostro pellegrinaggio a Roma. Saluto i Vescovi e le numerose Autorità
civili, locali e statali, e do il mio benvenuto a tutti.
Venite dalla zona d’Italia segnata dalle ferite del terremoto che, tra il 24 agosto 2016 e il
gennaio 2017, ha seminato morte e distruzione, lasciando dietro di sé tante ferite nelle persone e nelle
famiglie, distruggendo centri produttivi, abitazioni e monumenti artistici e mettendo in ginocchio
l’economia dei vostri territori in vari settori. Quella del terremoto è un’esperienza devastante, sia
fisicamente che moralmente, perché fa crollare in pochissimo tempo ciò per cui si è lavorato per
generazioni, e fa sentire fragili e impotenti.
Eppure noi oggi, mentre ricordiamo con dolore la tragedia e le vittime, ai cui parenti voglio
rinnovare la mia vicinanza, possiamo, grazie alla vostra perseveranza e lungimiranza, parlare anche
di significativi passi avanti nella ricostruzione. In questi anni avete dimostrato che lo spirito di
collaborazione può vincere ostacoli e incertezze, costituendovi «in un “noi” che abita la Casa
comune» (Lett. enc. Fratelli tutti, 17), perché dalle macerie possa nascere qualcosa di nuovo. Avete
saputo cogliere l’opportunità per un nuovo inizio, specialmente con il programma di rigenerazione
socio-economica Next Appennino, proponendo tre attenzioni molto importanti: alla sostenibilità, alla
natura e agli attuali mutamenti climatici. Fermiamoci allora un momento proprio su queste.
Attenzione alla sostenibilità. «La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende
la […] ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale» (Lett. enc. Laudato si’, 13). In quest’ottica
adottare criteri adeguati di sostenibilità è un atto importante di giustizia e di carità, perché mira a
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soddisfare i bisogni senza compromettere la sicurezza e la sopravvivenza di chi ci sta attorno e di chi
verrà dopo di noi. È confortante vedere come avete saputo impostare la ricostruzione sulla
eliminazione degli sprechi, sulla valorizzazione e l’equa distribuzione delle risorse, sulla tutela dei
più fragili e sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Così, a fronte di una «smisurata e
disordinata crescita di molte città che sono diventate invivibili» (ivi, 44) per inquinamento, caos,
isolamento, emarginazione e solitudine, specialmente per gli anziani e i soggetti deboli, mirate a
modelli urbani in cui sia «desiderabile vivere» (ivi, 143), integrando le esigenze legate alla crescita
economica e allo sviluppo tecnico con quelle di una buona qualità di vita, personale e comunitaria.
Significa rimettere la persona al centro della città: è questa la via da seguire. È la via che potrà aiutare
anche ad affrontare le crisi dello spopolamento e della decrescita demografica, offrendo la possibilità
di vivere in ambienti ricchi di tutto ciò che i padri hanno lasciato, accresciuto e impreziosito da una
gestione sapiente per la comunità; il tutto, sempre con la massima attenzione a vigilare sulla legalità
degli appalti e delle procedure, e sulla sicurezza nel lavoro.
Veniamo al secondo punto: attenzione alla natura. Le regioni da cui venite sono tra le più
belle d’Italia e del mondo, conosciute anche a livello internazionale per il fascino dei paesaggi e per
la presenza di antichi borghi e cittadine incastonati come piccole gemme lungo le pendici dei monti,
sui colli e nelle valli. È un modello di armonia tra l’opera di Dio e quella dell’uomo. Costruire con
attenzione all’ambiente, tutelandone la bellezza e la salute, promuovendo «una cultura della vita
condivisa e del rispetto per quanto ci circonda» (Laudato si’, 213), aiuta infatti a «vivere la vocazione
di essere custodi dell’opera di Dio» (ivi, 217), ed è questa la nostra missione. Infatti, comportamenti
volti a non deturpare il paesaggio con costruzioni eccessivamente invasive e antiestetiche, a non
inquinare l’ambiente, a non alterare gli habitat delle altre specie animali e vegetali, a «ridurre il
consumo di acqua, differenziare i rifiuti, […] piantare alberi», tutto questo «fa parte di una creatività
generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano» (ivi, 211). Vi incoraggio nel vostro
proposito di fare della ricostruzione un’opportunità anche in questo senso: per rimediare agli errori
del passato e impostare in modo diverso i piani di crescita per il futuro. È un’urgenza, credo, per tutta
l’Italia. Accanto all’impegno per la natalità, quello per la sicurezza idrogeologica rappresenta un
bisogno vitale, reso ancora più necessario dall’accelerazione dei cambiamenti climatici. Entrambi i
fronti sono lungimiranti, essenziali per l’oggi e per il domani.
Ecco dunque l’ultimo punto: attenzione ai cambiamenti climatici. «Non c’è dubbio che
l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne
sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e
in altri ambiti» (Esort. ap. Laudate Deum, 2). Perciò, è importante da una parte applicare tutti gli
accorgimenti necessari per fermare la deriva in corso e dall’altra, preso atto dei cambiamenti già
avvenuti, provvedere a farvi fronte, a livello sia globale sia locale. Si tratta, ad esempio, di porre
maggiore cura nella pulizia dei boschi e degli alvei di fiumi e torrenti; di ridurre e scoraggiare la
cementificazione del territorio; di introdurre nuovi tipi di colture e di specie da allevamento in ambito
agricolo, con investimenti appropriati per gli anni a venire. Anche qui è questione di uno sguardo
aperto, attento agli altri e a chi verrà dopo di noi; non bisogna lasciarsi scoraggiare dalle critiche o
dai malcontenti.
Cari amici, sono solidale con la vostra fatica e con le vostre preoccupazioni. Sono vicino a
quanti soffrono per la perdita di persone care e di mezzi di sussistenza. La via della ricostruzione
post-sismica è lunga e certamente non facile, ma apprezzo tanto il fatto che lo spirito con cui la
affrontate è buono, che l’animo è determinato e che le idee sono chiare. Vi auguro buon cammino, la
Madonna vi accompagni. Vi benedico di cuore. E, per favore, ricordatevi di pregare anche per me.
Grazie.
Foto: Mozzetti ©