Un gruppo di cittadini di Greccio ha inviato a RietiLife una lettera che pubblichiamo. Per le repliche, [email protected]
Greccio, conosciuta per il primo Presepe della storia. San Francesco lo volle fortemente e nella notte di Natale 1223, nel buio illuminato solo da stelle e fiaccole, un mistero di presenza divina rese quel momento così indimenticabile che dopo secoli siamo ancora qui a festeggiarlo. Esattamente ottocento anni dopo, il Comitato Nazionale Greccio 2023 ha deciso di commemorare l’anniversario facendo qualcosa che il poverello di Assisi mai avrebbe immaginato né probabilmente voluto, cioè con uno spettacolo gigantesco di fuochi artificiali nella notte di Natale. Bisogna farsi vedere dal mondo! Riprese televisive! Luci abbaglianti nel cielo, rumori a squarciare il silenzio! Bruciamo migliaia e migliaia euro in un attimo! Non usiamoli per “provvedere largamente non solo ai poveri ma anche agli animali”! Non c’è traccia dell’umiltà di Francesco, della sua amata povertà, della quiete che veniva a cercare nel borgo di Greccio, del silenzio sacro della notte più sacra. La “ricerca del superfluo” da lui disprezzata è diventata la protagonista. La smania di apparire e la disperazione di mettersi in mostra dei nostri tempi ci sovrastano, facendo trascurare anche alle rappresentanze ecclesiastiche (che avremmo immaginato contrarie a tale evento) il vero spirito del Presepe di Greccio: non è il luogo che conta ma il suo messaggio.
Foto (archivio): RietiLife ©