Sono una stimata professionista nel settore cinofilia e animali, da diversi anni mi trovo nel comune di Poggio Moiano, dapprima solo per lavoro, poi anche per ragioni abitative. In questi anni non sono mancati gli episodi sgradevoli legati a ritorsioni e discriminazioni, bastoni fra le ruote nei più vari ambiti, minacce piu o meno velate e cani rubati.
Tra le questioni che probabilmente fomentano l’essere invisa a molti, troviamo il mio assunto di donna e cacciatore, di donna e addestratore di cani da caccia; questioni evidentemente impensabili in un territorio ancora così fortemente legato agli ideali di maschilismo e anacronistico machismo da bar.
A tal proposito una questione attualissima, quest’anno pur possedendone i regolari requisiti da socio interno; mi è stata negata l’ammissione all’azienda Faunistico venatoria di Poggio Moiano, la cui gestione è a cura del comune stesso.
Mi domando il senso dei gesti plateali contro le discriminazioni, se poi in un paese che non è esattamente Frittole, questo è ancora il trattamento riservato ai cittadini ritenuti di serie B.
Ora, il de quo é dare un nome a tutta questa paura del diverso, nel mio caso diverso perché donna, perché impegnata in mestieri convenzionalmente ritenuti di unica pertinenza maschile.
Il preciso intento di ostacolare la mia serena integrazione nel comune di Poggio Moiano ha lo scopo di accaparrare qualche voto da quella fetta di popolazione che più ha in antipatia l’emancipazione della donna. Ovviamente mi vedrò costretta, tramite legali, a fare valere i miei diritti, nella speranza che questo possa essere di esempio per il comune affinché non vi siano più discriminazioni di questo genere.
MB
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