I lavori per la ricostruzione privata nelle aree ex sisma 2016 continuano ad essere ostacolati e fortemente rallentati da incertezze normative, problematiche gestionali, carenze di indirizzo strategico-legislativo e gestione dello sconto in fattura. Ciò, nonostante il tentativo operato dal testo Unico della ricostruzione privata di semplificare e riorganizzare le indicazioni contenute nelle oltre 100 ordinanze susseguitesi negli ultimi sette anni. Apprezziamo molto l’approccio pragmatico del Commissario Castelli, ma emerge, anzitutto, l’esigenza di coordinare la frammentata disciplina dei bonus fiscali con quella della ricostruzione; l’applicazione dei diversi contesti normativi alimenta criticità operative che impattano negativamente sul sistema economico-finanziario dei lavori.
Ci riferiamo in particolar modo alle norme del Testo Unico sulla liquidazione del S.A.L. con importi sicuramente elevati, specialmente quello “Finale” previsto al 30% dei lavori, con tempi di liquidazione condizionati alla fine dei lavori del Superbonus e a pratiche amministrative non di competenza dell’Impresa. Si tratta di una questione che ha effetti dirimenti non solo sull’equilibrio e sulla sostenibilità degli interventi, ma anche sulla partecipazione alla ricostruzione delle imprese di piccole/medie dimensioni. Ad aggravare le condizioni economiche degli appalti contribuisce anche la difficoltà, se non la impossibilità, di reperire dal sistema bancario, le garanzie per l’ottenimento dell’anticipazione del 30% che di fatto rende nulla questa agevolazione.
L’applicazione della disciplina ordinaria prevista per gli appalti pubblici di lavori (Codice dei Contratti) potrebbe semplificare i processi produttivi e ridurre di molto l’esposizione finanziaria ora necessaria per portare a termine i lavori e dare certezze e uguali garanzie a tutti gli operatori economici. Evidenziamo, al riguardo, che la disponibilità programmata di anticipazioni e SAL è fondamentale per le imprese impegnate nel cratere, prevalentemente aziende di piccole dimensioni collocate nel territorio. Ulteriori criticità riguardano la cessione dei crediti derivanti dal superbonus. Ad oggi nessun Istituto bancario prende in carico pratiche di cessione del credito mediante lo sconto in fattura; tale blocco va ad aggiungersi alla già scarsa propensione delle banche ad operare con il comparto edile ritenuto “a rischio”, determinando di fatto un’insostenibile crisi di liquidità per le aziende.
In questa situazione è assolutamente necessario e urgente attivare i meccanismi trasparenti e concreti capaci di attivare l’incontro tra cedente e cessionario del credito, ampliando la platea dei soggetti coinvolti (CDP e aziende controllate, Imprese, società Multinazionali con attività e tassazione in Italia, ecc). Si tratta di una problematica che investe l’intero comparto delle costruzioni e tutto il Paese, ma che certo in un’area critica come quella della ricostruzione provoca uno scenario devastante. Queste sinteticamente anticipate sono solo alcune delle questioni di carattere generale che costituiscono criticità impellenti che hanno ostacolato la ricostruzione e ora rischiano di bloccarla. Siamo a richiedere quindi un incontro per gli ulteriori approfondimenti tecnici e per un esame più esaustivo delle questioni sollevate.
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