(di Martina Grillotti – da RietiLife Free Press) RietiLife aveva già anticipato la preoccupazione dei 70 lavoratori (e quindi anche delle 70 famiglie) dell’ex Lombardini, ora Imr: difficile che si torni a pieno regime prima di un anno a causa di un cambiamento dei piani aziendali. Su quei dubbi, e per vederci chiaro, si stanno muovendo i sindacati Fim Cisl con Vincenzo Tiberti, Fiom Cgil con Luigi D’Antonio, Uilm Uil con Federico Ostili e Ugl Metalmeccanici con Tiziano Deli oltre alla Rsu Aziendale che nella giornata di ieri hanno svolto un’assemblea con i lavoratori per fare il punto della situazione, rimane il fatto che anche se la cassa integrazione è stata confermata per un altro anno, i 70 dipendenti dell’ex Lombardini non ci stanno e vogliono tornare presto all’opera.
“Nell’assemblea è emersa la preoccupazione rispetto al cambiamento del piano industriale annunciato dall’azienda e che prevede inoltre un allungamento dei tempi di reindustrializzazione con l’ipotesi di richiesta di un ulteriore anno di cassa integrazione. Alla luce di tutti questi elementi di novità rispetto al piano condiviso inizialmente, l’assemblea dei lavoratori ha deciso di sollecitare la Regione Lazio per far si che ci sia una convocazione del tavolo istituzionale con tutti i soggetti sottoscrittori dell’accordo” hanno spiegato i sindacati.
Un tavolo istituzionale che dovrebbe arrivare anche nel giro di poco tempo visto che, dalla loro, i sindacalisti si erano già mossi, nel richiederlo, a giugno. Per i 70 lavoratori è tempo di risposte – e ne hanno ben ragione – perché non si viva per sempre solo di sussidi e si torni a tutti gli effetti ad un lavoro per il quale essere pagati.
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