Sebastiani smentisce Emili: “Ma quale aumento delle tasse! Stai strumentalizzando, le tue sono tutte fantasie”

Dopo le parole del consigliere Antonio Emili (leggi), sono uscite una serie di reazioni di natura politica e amministrativa (leggi leggi). L’ultima è questa, una dichiarazione dell’assessore al Bilancio e al Patrimonio del Comune di Rieti, Andrea Sebastiani: “Non basterebbe probabilmente un’intera seduta di consiglio comunale per rispondere agli attacchi del Consigliere Antonio Emili che in maniera fuorviante e del tutto strumentale si avventura in ricostruzioni fantasiose su cui sarebbe stato, per lui, assai opportuno e prudente sorvolare. Considerando tra l’altro che il rendiconto 2022 (e non 2023) è in parte attribuibile alla passata amministrazione in cui egli stesso ha ricoperto il ruolo di assessore” dice Sebastiani

“Il consigliere Antonio Emili associa erroneamente la strutturale deficitarietà, e quindi il rispetto dei parametri che dal 2018 la norma ha riscritto per consentire agli Enti di prevenire eventuali situazioni di squilibrio finanziario con quello che, secondo lui, è il concreto rischio di mettere a repentaglio l’uscita dal predissesto – dice Sebastiani –  I Comuni interessati da procedure di risanamento come il Comune di Rieti sono di per sé strutturalmente deficitari ma la Corte dei Conti, come ben spiegato dal Collegio dei Revisori nel corso dell’ultima seduta della Commissione bilancio, valuterà il rispetto del piano di riequilibrio pluriennale in ogni sua componente, in particolare il corretto recupero del disavanzo cosi come deliberato dalla Corte nel 2013. Quel che consegue allo sforamento dei parametri di deficitarietà è, invece, il ricorso obbligatorio da parte dell’Ente ad autorizzazione della Cosfel ogni volta che si procederà ad assunzioni e la richiesta copertura minima al 36% del costo complessivo dei servizi a domanda individuale (es: teatro, impianti sportivi, mense scolastiche, etc). Adempimenti e prescrizioni che tanto le passate amministrazioni quanto l’attuale hanno sempre rispettato e posto in essere. Non vi sarà pertanto alcun aumento di imposte e tributi, come Antonio Emili vorrebbe far credere ai cittadini, anche perché sono già al massimo di legge dal 2012, con decisione assunta all’epoca dalla Giunta Petrangeli.  Dovrebbe saperlo bene Antonio Emili che per cinque anni ha avuto un ruolo di primo piano nella precedente Giunta e, pertanto, sarebbe consigliabile maggiore prudenza anche quando racconta la favola dell’aumento delle indennità tentando di far credere che si sia trattato di una decisione dell’attuale Amministrazione quando, al contrario, sa benissimo che l’adeguamento è frutto dell’applicazione di una norma della legge di bilancio 2022 (Governo Draghi) di cui lo stesso Antonio Emili ha beneficiato  con tanto di pagamento di arretrati dal 1 gennaio fino al 30 giugno 2022 (data di cessazione dalla carica di assessore), non risultando agli atti del protocollo alcun suo atto di rinuncia. Dovrebbe sapere, inoltre, che gli adeguamenti non sono a carico del bilancio del Comune ma trasferimenti dello Stato e che sia la precedente giunta, di cui faceva parte, sia l’attuale Giunta hanno rinunciato alla parte degli aumenti che sarebbe stata a carico del bilancio dell’Ente”.

“E ancora, sulle assunzioni dei quattro addetti nella segreteria del Sindaco sarebbe opportuno che il consigliere Emili, al quale non soddisfano evidentemente le risposte fornite dal sottoscritto sia in commissione che durante la seduta di Consiglio, chieda l’acquisizione dei documenti al fine di valutare egli stesso se la procedura, da un punto di vista amministrativo, sia stata rispettosa o meno della norma. Circa, infine, la transazione con la Diocesi di Rieti, la Provincia Romana dei Padri Stimmatini e il Seminario Vescovile, stupisce che un avvocato come Antonio Emili e un ex Sindaco e Assessore al Bilancio come Paolo Bigliocchi non sappiano correttamente inquadrare la fattispecie giuridica di quello che impropriamente hanno definito accordo transattivo ma che tale non è. Si tratta, infatti, di una conciliazione giudiziale a norma dall’art.48 del d.lgs. 546/1992 che costituisce una deroga al principio dell’indisponibilità dell’obbligazione tributaria e che risponde ai canoni imposti dal Testo unico sull’ordinamento tributario, differenti, quindi, da un accordo transattivo di natura civilistica, non necessitando pertanto di atti deliberativi da parte della Giunta o del Consiglio. Quel che tuttavia preme sottolineare in questa sede è  l’assoluto rispetto dei principi di equità e imparzialità applicati dagli uffici non avendo voluto, e non ce ne sarebbe stata ragione, favorire qualcuno a discapito di altri. Al contrario, la conciliazione ci ha permesso di recuperare delle somme che difficilmente avremmo potuto incassare se avessimo opposto resistenza giudiziaria fino all’ultimo grado di giudizio, rischiando di dover appesantire il bilancio dell’Ente con l’aggravio di inutili e non irrilevanti spese legali” conclude Sebastiani.

LA REPLICA DI ANTONIO EMILI

Siedo in Consiglio comunale in quanto primo ed unico eletto nella lista civica di Io ci sto e com’è noto ho contributo alla vittoria elettorale del centro destra reatino anche attraverso i risultati raggiunti con i 37 milioni di Euro ottenuti per la riqualificazione del nostro territorio, i fondi destinati alla messa in sicurezza ed alla ricostruzione della nostre scuole, i cantieri sbloccati a Villa reatina e i lavori realizzati per l’ascensore pubblico di piazza Cesare Battisti, il cortile esterno al Teatro Flavio Vespasiano e la metanizzazione della Piana reatina. Il tema che appassiona i cittadini non è l’appartenenza o meno di Antonio Emili alla coalizione di centro destra, a favore della quale depone la storia. Il problema legato al bilancio consuntivo del 2022, piuttosto è il fatto che la giunta guidata da Sinibaldi ha riportato il Comune in condizione di deficit strutturale. Ma se il Comune è in predissesto e in quanto tale impone ai cittadini il massimo delle imposte e l’aumento della Tari, perché la Giunta Sinibaldi spende mezzo milione di euro per assumere quattro persone a servizio della segreteria del Sindaco? Perché l’Ente in predissesto recluta quattro addetti alle foto ed ai profili social di Sinibaldi tra i ranghi del suo ex comitato elettorale, all’interno di un Comune che schiera soltanto due operai nella manutenzione di 870 km di strade comunali? Perché la giunta si avvale di una legge per elevare fino a 10 mila euro al mese lo stipendio del Sindaco di Rieti e nega applicazione in loco ad altra legge che elimina interessi e sanzioni a carico dei cittadini morosi ? Tutti quesiti rimasti senza risposta, innanzi ai quali si diffonde la sensazione che il predissesto valga solo per gli amministrati e non anche per gli amministratori, mentre poco a poco sfuma il disegno di cambiamento per il quale il centro destra è stato confermato alla guida della città di Rieti. Non è da meno il voltafaccia del gruppo di Io ci sto, un tempo paladino delle azioni messe in campo del governo Cicchetti ed oggi supino e a servizio della politica di Chiara Ferragni, nel tentativo di difendere la l’assessorato di Letizia Rosati che siede in poltrona senza essere stata eletta dai cittadini. Non è Antonio Emili, quindi ad aver mutato opinione. Piuttosto il Sindaco è tenuto a spiegare perché a un anno di distanza dal suo insediamento non si hanno più notizie della costruzione di una scuola nuova al Perseo, del recupero dello Zuccherificio e degli altri progetti varati con il sostegno di Io ci sto e di tutte le altre formazioni politiche di centro destra. Uno strappo evidente rispetto alla missione politica della maggioranza ed alla rotta tracciata dall’ultima Giunta Cicchetti, nel rispetto della quale continuerò a votare secondo coscienza ed in linea con il mandato ricevuto dagli elettori, tra le fila di quel centro destra che condivide i sacrifici dei cittadini ed anche la volontà di continuare ad operare senza fotografi o privilegi di sorta, al solo fine di promuovere la rinascita della nostra Terra.

Foto: RietiLife ©

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