“Il Comune di Rieti è tornato ad essere ‘strutturalmente deficitario’. Lo ha certificato, come se non bastasse, un Consiglio Comunale viziato da gravissime irregolarità”: lo scrivono i Consiglieri Comunali Gabriele Bizzoca (T’immagini), Carlo Ubertini (P.S.I. – Rieti in Salute – Nome Officina Politica), Paolo Bigliocchi, Emiliana Avetti, Rosella Volpicelli (PD), Simone Petrangeli, Elena Leonardi, Gilberto Aguzzi, Arianna Grillo (Rieti Città Futura).
“Non si può che definire surreale quanto accaduto questa mattina, in sede di approvazione del bilancio consuntivo 2022. All’orario fissato per l’inizio del Consiglio, le ore 10, la maggioranza si è accorta di non avere il numero legale. Ha scelto quindi, in palese violazione del regolamento, di non effettuare l’appello e di ‘prendere tempo’, iniziando – dopo una quarantina di minuti – una discussione del tutto informale sulla questione della Mensa di Santa Chiara (argomento che peraltro come opposizione avevamo tentato invano di inserire come primo ordine del giorno). Solo alle ore 12, con il sopraggiungere di alcuni consiglieri di maggioranza, la seduta è stata dichiarata aperta. Una procedura assolutamente illegittima, che testimonia ancora una volta l’insofferenza alle regole da parte delle forze politiche che governano questa città. Di fronte alle nostre vive proteste in aula, non è stato fornito alcun tipo di chiarimento; se ne occuperà il Prefetto, a cui abbiamo subito inviato una nota per metterlo al corrente dei fatti. Sconfortante, purtroppo, è anche ciò che è emerso nella discussione sul bilancio: la possibilità per l’Ente di uscire dalla procedura di pre-dissesto iniziata nel 2013 è a forte rischio. La Corte dei Conti, nel febbraio scorso, ha rimesso al Comune 14 pagine di contestazioni e di richieste di spiegazioni, che visti i numeri ci sembrano almeno legittime: parliamo di 10 milioni di euro di debiti commerciali ancora non pagati, 3 milioni di somme pignorate, 41 milioni di euro di disavanzo, un aumento della spesa corrente di 3,5 milioni di euro, una politica delle entrate inesistente con milioni di euro di tributi locali non incassati, mancata riconciliazione crediti/debiti con le società partecipate, contenzioso fuori controllo. Riuscirà l’amministrazione a convincere i giudici contabili della bontà delle proprie scelte, o il decennale piano di rientro patirà uno stop definitivo, con tutte le imprevedibili conseguenze del caso”.
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